giovedì 27 maggio 2010

Anche le matite certificate PEFC

martedì 25 maggio 2010

Fiper: “Evitiamo gli errori del fotovoltaico”

biomassa 
legnosa

Il presidente della Federazione italiana produttori di energia da fonti rinnovabili fa il punto sulle necessità del filiera legno-energia e di quella del biogas in Italia. E avverte: “La normativa nazionale è ancora troppo lacunosa”

Cresce anche nel nostro Paese l’interesse per la filiera del legno-energia e per lo sviluppo del biogas. Un’opportunità di sviluppo soprattutto per molte Regioni italiane chiamate, in questo settore, a contribuire alla creazione di una rete nazionale allargata. Abbiamo intervistato il presidente della Fiper, Walter Righini, per analizzare le buone pratiche e i futuri modelli di sviluppo di tutta la filiera e capire quali obiettivi l’Italia potrà raggiungere in questo settore entro i prossimi anni.

Sofia Capone: Presidente Righini, Fiper il prossimo anno compirà dieci anni di attività. Uno degli obiettivi che vi siete da sempre prefissati è stata la promozione della produzione di energia termica ed elettrica utilizzando le fonti rinnovabili presenti sul territorio. Quali sono stati i punti di forza della vostra federazione in questi anni e quali sono, invece, le sfide che vi ponete per il futuro?
Walter Righini: Siamo stati dalla nostra costituzione i portavoce dei produttori di calore da fonte rinnovabile. Nel 2001 eravamo in 6 associati, determinati e con la convinzione di far riconoscere l’importanza del kWh termico in un paese dalla visione “elettrocentrica”, qual è l’Italia. Sono stati anni di duro lavoro, nel portare avanti un’istanza di interesse nazionale secondario con la forza di piccole e medie imprese energetiche che fornivano teleriscaldamento a biomassa in ambito montano. Ma non abbiamo mai perso di vista la “visione”, la necessità di definire indicazioni per la definizione di una linea politica chiara per la promozione del riscaldamento e rinfrescamento da fonti rinnovabili. In questo senso, la Direttiva 2009/28/CE ha rappresentato una rivoluzione copernicana: ha sancito pari dignità tra il kwh termico ed elettrico. Il target di produzione del 17% di energia da fonti rinnovabili, che l’Italia dovrà raggiungere entro il 2020, è di fatto calcolato sui consumi finali. Oggi rappresentiamo oltre 70 impianti di teleriscaldamento a biomassa corrispondenti a circa il 75% di quelli avviati sul territorio nazionale, mentre da settembre 2009 ci siamo aperti ai produttori di biogas agricolo. Uno dei nostri punti di forza è stato rappresentare esclusivamente i gestori delle reti di teleriscaldamento alimentate a biomassa legnosa e i produttori di biogas agricolo. Una scelta che ha senza dubbio “chiuso le porte” ad una serie di aziende di componentistica (come caldaie e moduli), di gestione rifiuti e Forsu, delle altre fonti (fotovoltaico, eolico) ma che ci ha permesso di diventare il punto di riferimento nazionale per gli usi termici da biomassa legnosa vergine. Al momento la priorità FIPER è presentare una proposta realistica e concreta da inserire nel piano di azione nazionale che l’Italia presenterà al 30 giugno 2010 in sede europea, per promuovere l’uso delle rinnovabili termiche in un approccio sistemico di filiera.

Centrale 
di Teleriscaldamento Cooperativa di Dobbiaco (BZ) - FiperS.C.: Lo sviluppo locale e il rispetto dell’ambiente sono stati due principi cardine delle vostre azioni. Attualmente, secondo lei, nella filiera legno-energia e in quella del biogas quali possono essere i modelli d’eccellenza esportabili anche su scala nazionale?
W.R.: Diverse delegazioni provenienti dall’Europa, dagli Stati Uniti e Canada visitano ogni anno gli impianti della Fiper. Il modello si fonda sulla creazione e consolidamento di piccoli e medi impianti di teleriscaldamento (1-10 MW termici, 1-1,5 MW elettrici) che forniscono riscaldamento e acqua sanitaria attraverso reti di altissima qualità ed immettono energia elettrica in rete prodotta in co-generazione. La rete svolge un ruolo strategico; incide dal 50% al 80% del costo dell’investimento. La dimensione degli impianti è funzionale alla domanda potenziale, e alla disponibilità di materia prima (cippato) in filiera corta. (70 km dalla centrale di teleriscaldamento). Il modello si ispira alla filosofia dei “distretti industriali”; nel nostro caso l’indotto è rappresentato dalle segherie, dai consorzi forestali, dalle cooperative agricole. Insomma un progetto territoriale che coinvolge i diversi stakeholder presenti in un’economia di montagna.
In Alto Adige il modello FIPER è stato replicato sull’intera provincia: 42 gli impianti di teleriscaldamento presenti nella sola provincia autonoma di Bolzano. Opportunità di sviluppo interessanti per le minireti di teleriscaldamento a biomassa sono riscontrabili lungo l’arco appenninico e alpino. Anche l’Abruzzo, sta valutando per la ricostruzione di avviare minicentrali di teleriscaldamento nella provincia di L’Aquila. Nel nuovo scenario in cui le Regioni agiranno in seguito alla definizione dei Burden sharing, il forte radicamento territoriale rappresenta un vantaggio competitivo che Fiper può e deve giocare per promuovere un modello energetico sostenibile di lungo periodo. Per quello che riguarda la filiera del biogas bisogna definire un nuovo modello societario e di gestione di impianto a biogas, rispetto ai grandi allevamenti di suini e bovini presenti nella pianura padana lombarda, emiliana, veneta. Laddove la proprietà è frazionata, costituire società a progetto che riuniscano i diversi allevatori e agricoltori per il conferimento della biomassa di origine animale e vegetale in un unico impianto a biogas costituisce un’innovazione di processo importante.

S.C.: Quali sono, invece, a suo avviso le istanze e i nodi critici avanzati dai vostri associati su cui è necessario lavorare da subito? E quali sono gli strumenti normativi da adottare con più urgenza per potenziare lo sviluppo del vostro comparto?
W.R.: Il primo nodo critico è rappresentato senza dubbio dalla normativa nazionale molto lacunosa, frammentata, continuamente modificata, che non consente una programmazione imprenditoriale corretta degli interventi per l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Di fatto le vere fonti rinnovabili non sono incentivate o lo sono in maniera distorta. Tra le urgenze: definire gli incentivi sul comparto termico da rinnovabili legati all’efficienza produttiva. In relazione alla biomassa legnosa è importante identificare criteri di efficienza e rendimento condivisi per la produzione di energia. Oggi il rendimento del calore e/o dell’elettricità prodotta dalla biomassa legnosa varia dal 25% al 90%.
Da circa 5 anni gli operatori attendono l’emanazione del Decreto sulla co-generazione ad alto rendimento in riferimento all’applicazione della direttiva. A riguardo, Fiper concorda con il legislatore francese, che riconosce l’incentivo pubblico per la produzione di energia elettrica in co-generazione con un livello minimo di efficienza del 50%.
Per quel che riguarda il comparto del biogas tra le urgenze da affrontare: l’impiego a fini agronomici dei sotto prodotti della filiera (digestato e ceneri), il riconoscimento degli incentivi della legge n.99 per gli impianti antecedenti al 1° gennaio 2008, oltre alla pubblicazione delle schede di calcolo del risparmio per l’ottenimento dei Titoli di Efficienza Energetica, e una regolamentazione chiara e precisa sul biometano. Pensiamo, inoltre, di individuare una struttura che si occupi del monitoraggio, della qualificazione e della regolazione della produzione e dell’uso del calore come priorità per lo sviluppo organico del comparto. Completerebbe il quadro la messa a punto di una banca dati nazionale che fornisca indicazioni dell’energia termica prodotta ripartita secondo le diverse tipologie di biomassa e di tecnologia utilizzata rappresenta il primo passo per definire l’incidenza dell’energia prodotta in termini di impatto ambientale.

S.C.: Presidente Righini, lei concorda con quanto ha dichiarato qualche settimana fa il direttore della Fire, Dario Di Santo, che ha affermato che per sviluppare adeguatamente le rinnovabili termiche in Italia gli incentivi da soli non bastano ma sono necessari un mercato e una cultura industriale?
W.R.: Si, bisogna pensare all’intera filiera. Fiper suggerisce una politica energetica che stimoli una progettualità di sistema con ricadute in termini di innovazione tecnologica ed organizzativa. Occorre evitare gli errori commessi per il fotovoltaico, i cui incentivi sono stati trasferiti a prodotti importati dall’estero. Impianto TCVVV a 
Santa Caterina Valfurva Parco dello Stelvio - FiperLa priorità è strutturare e organizzare filiere industriali italiane a energia rinnovabile, a partire dall’industria meccanica che offre già innovazioni tecnologiche ad alta efficienza energetica. Sulla gestione e manutenzione degli impianti di teleriscaldamento, invece, è necessario investire in formazione e specializzazione destinata agli imprenditori, agli operatori tecnici e alle maestranze. Inoltre diviene sempre più strategica la presenza di ESCO di qualità, capaci intervenire in situazioni di emergenza, nella qualifica dei progetti e nel servizio post-contatore. Alla cultura industriale si affianca la promozione della “cultura forestale”, fiore all’occhiello dei territori montani del nostro Bel Paese. Fiper suggerisce la definizione e messa a punto di un piano di azione per la manutenzione e gestione forestale, che permetta di consolidare la filiera legno-energia e di salvaguardare la funzione idrogeologica e di protezione ambientale che i boschi svolgono sul territorio montano e appenninico. Completano il quadro le misure fiscali e finanziarie ad hoc che favoriscano una sostenibilità di impresa di medio lungo periodo. Proponiamo, ad esempio, che le detrazioni fiscali siano vincolate alla qualità delle caldaie riguardo a efficienza ed emissioni e che i progetti di teleriscaldamento a biomassa nelle aree rurali e montane siano supportati mediante mutui di lungo periodo (15 – 20 anni). Tra le altre misure pensiamo, ad esempio, a istituire fondi di garanzia per la forestazione rapida che garantisca il reddito annuale agli agricoltori e a ridurre o eliminare l’aliquota IVA al livello EU sulle biomasse legnose per evitare attività commerciali non formalizzate e far emergere il mercato sommerso.

da: www.rinnovabili.it

Convocato il Comitato di Settore Nazionale Forestazione e Multifunzionalità di Fedagri - Confcooperative

badia prataglia - camaldoli 002 Gasper Rino Talucci, presidente del SETTORE FORESTAZIONE E
MULTIFUNZIONALITA’
di FEDAGRI CONFCOOPERATIVE ha convocato per GIOVEDI’ 3 GIUGNO 2010 alle ore 11,00 a Roma in Via Torino 146 il Comitato di Settore Nazionale Forestazione e Multifunzionalità per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:
1. Comunicazioni del Presidente;
2. Programma attività ed iniziative anno 2010;
3. Aggiornamento stato di avanzamento dei PSR e attuazione misure forestali Sviluppo Rurale sul territorio;
4. Aggiornamento politiche europee;
5. Rinnovo CCNL cooperative forestali;
6. Adempimenti conseguenti l’Assemblea: nomina Vice Presidente, invitati.
7. Varie ed eventuali.

sabato 22 maggio 2010

Rinnovato il Comitato di Settore Forestazione e Multifunzionalità Fedagri - Confcooperative

badia prataglia - camaldoli 001 E' stato rinnovato il Comitato di Settore Forestazione e Multifunzionalità di Fedagri Confcooperative.

Presidente è stato confermato Gasper Rino TALUCCI (colafor@gmail.com)

Componenti sono stati eletti:  
Gianni TARELLO (Piemonte) – Coop. Valli Unite del Canavese (g.tarello@valliunite.org )
Gianni POMPEDDA (Sardegna) – Coop. Sololche (sololche@tiscalinet.it )
Luciano MAZZONI (Toscana) – Consorzio Toscano Forestale (uniondati@tin.it )
Roberto TRENTANI (Lazio) – Coop. Lago di Vico (coop.lagodivico@libero.it )
Antonio BASSO (Basilicata) – Coop Rinascita (bassoantonio@libero.it )
Mario DE ANGELIS (Puglia) – Coop. Ecol Forest (ecolforest1@virgilio.it )
Benedetto BIUNDO  (Sicilia) – Coop. La Lumaca (cooperativalalumaca@libero.it )
Francesco CASTALDO (Campania) – Coop. Agri Ecologi
Virginio GHIRARDINI (Emilia Romagna) – Coop. COFAP (info@unilanghirano.com )
Stelio PITTIN (Friuli Venezia Giulia) – Coop. Agricola Forestale Alto But – C.A.F.A.B. (info@cafab.it )

In allegato l'intervista a Talucci pubblicata su Italia Cooperativa.

Allegati:

lunedì 17 maggio 2010

CONVEGNO CAMALDOLI: 28-29 Maggio 2010

IL CODICE FORESTALE CAMALDOLESE: Le radici della sostenibilità.
28 e 29 maggio
Monastero di Camaldoli (Arezzo)
Sala Landino

I principi di sostenibilità e multifunzionalità che oggi accompagnano le politiche di sviluppo territoriale e di valorizzazione delle risorse ambientali, non sono una novità nella storia della montagna italiana e in particolare per l'Appennino centrale. La filiera agro-silvo-pastorale istituita e gestita per oltre otto secoli dai monaci Camaldolesi è infatti un esempio tangibile di gestione multifunzionale, flessibile e durevole delle risorse. Comprenderne i principi di base, analizzarne i dinamismi e attualizzarne i significati sono fra gli obiettivi del progetto "Codice Forestale Camaldolese, le radici della sostenibilità".

Questo primo incontro, dedicato alle foreste, oggetto e simbolo della presenza della Congregazione Camaldolese, attraverso le testimonianze e gli studi di monaci, ricercatori e tecnici forestali vuole ricostruire la complessità e l'efficienza di un sistema consolidato nel tempo, che può rappresentare un moderno modello per una gestione attiva e sostenibile delle risorse ambientali.

Il Convegno è riconosciuto dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca come corso di aggiornamento ai sensi della Direttiva n. 90 del 1/12/2003.

Programma

28 maggio

Ore 10.00 Saluti e presentazioni

Istituto Nazionale Economia Agraria, Priore Generale Congregazione Camaldolese, Corpo Forestale dello Stato Foreste Casentinesi, Parco Foreste Casentinesi, Comunità Montana del Casentino

A seguire inizio lavori:

Salvatore Frigerio: Il rapporto tra Camaldolesi e Ambiente; Collegium Scriptorium Fontis Avellanae.

Simone Borchi: Dall'esperienza camaldolese all'attuale selvicoltura in Casentino: la gestione forestale come protagonista dell'economia montana; Comunità Montana del Casentino.

Alessandro Bottacci: La gestione dalla Riserva naturale biogenetica di Camaldoli tra continuità e novità; Corpo Forestale Foreste Casentinesi.

Nella mattina verranno inoltre presentati i lavori di approfondimento realizzati dagli Istituti Superiori nell'ambito delle "Attività Scuola" del Progetto Codice Forestale Camaldolese (responsabile Prof.sa Cinzia Marasca).

Ore 14.30 Interventi

Pietro Piussi: Modalità di ceduazione nei secoli passati; Professore Ordinario di Selvicoltura Generale.

Antonio Gabbrielli: L'Opera del duomo di Firenze e l'eremo di Camaldoli: due approcci diversi per la gestione del bosco; Ispettore Corpo Forestale dello Stato.

Carlo Urbinati: Boschi e gestione forestale a Camaldoli fra cambiamenti climatici e d'uso del suolo;. Professore Associato di Selvicoltura ed Ecologia Forestale.

Roberto Mercurio: Le abetine delle foreste casentinesi: tra rinaturalizzazione e conservazione; Professore Ordinario di Assestamento Forestale.

Alfredo Bresciani: Il Piano di gestione delle Foreste Casentinesi; Comunità Montana del Casentino.

Luca Cesaro: La sostenibilità nelle politiche europee e nazionali; punti di forza e criticità; Primo Ricercatore INEA.

29 maggio

ore 9:00 - 12:00: Escursione tematica nelle foreste Camaldolesi

Tre punti di vista, tre modi di gestire la foresta, tre modi di intendere la sostenibilità e il legame con l'uomo. La storia di questi luoghi, lunga otto secoli, entra nel bosco per toccare comprendere differenze e affinità e intrecciare le riflessioni in un confronto tecnico e politico sulla gestione delle risorse forestali e ambientali. Un progetto proposto dall'Osservatorio Foreste dell'INEA, realizzato grazie alla collaborazione degli esperti del Corpo Forestale Stato, Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, della Comunità Montana del Casentino.

1. Percorso didattico a cura della Comunità Montana del Casentino.

ITINERARIO

Camaldoli - Badia Prataglia (località Campo dell'Agio)

OBIETTIVO E PUNTI DI INTERESSE

La visita consente di osservare i tagli di rinnovazione dell'abetina matura (130 anni) e la rinnovazione artificiale posticipata protetta dai danni degli ungulati selvatici mediante microchiudende.

CARATTERISTICHE

L'itinerario da percorrere a piedi ha una lunghezza di 1,5 km, su pista forestale pianeggiante, senza alcuna difficoltà. Tempo di percorrenza 40 minuti

INFORMAZIONI UTILI

È necessario provvedere a un'auto privata per il percorso di ritorno da Campo dell'Agio a Camaldoli. Abbigliamento necessario: scarponi, giacca a vento al seguito, vestiti pesanti.

2. Percorso didattico a cura dell'Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinese, assistita dal CTA CFS.

ITINERARIO

Partenza e arrivo a Camaldoli - Comando Stazione forestale/Punto informazioni del Parco

OBIETTIVO E PUNTI DI INTERESSE

Conservazione "sotto pressione". Il percorso presenta esempi di uso multifunzionale del bosco, evoluzione dei cedui invecchiati, alberature storiche e monumentali, interferenze fauna/foresta, gestione dei castagneti, uso e tutela delle risorse idriche.

CARATTERISTICHE

L'itinerario circolare è da percorrere a piedi passando per Fonte del Menchino, Cerreta, Pucini, Prato al Tiglio, Colonica dei Monaci e rientro. Tempo di percorrenza  2 ore e 30 circa.

INFORMAZIONI UTILI

Abbigliamento necessario: scarponi, giacca a vento al seguito, vestiti pesanti.

3. Percorso didattico a cura del Corpo Forestale dello Stato - Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Pratovecchio

ITINERARIO

Partenza e arrivo all'Eremo del monastero di Camaldoli

OBIETTIVO E PUNTI DI INTERESSE

Il percorso intende evidenziare il rapporto storico instauratosi tra monaci e foresta. Durante l'escursione sarà possibile discutere dei problemi di gestione delle abetine coetanee (conservazione e trasformazione), sarà possibile ammirare le formazioni di crinale importanza per la tutela e per la biodiversità e le aree umide montane.

CARATTERISTICHE

L'itinerario circolare è da percorrere a piedi passando per S. Eremo, Gioghetto, Giogana, Prato alla Penna, Croce di Badia, Laghetto Traversari, S. Eremo. Tempo di percorrenza  2 ore e 30 circa.

INFORMAZIONI UTILI

Tratto iniziale in salita, per il resto percorso facile Abbigliamento necessario: scarponi, giacca a vento al seguito, vestiti pesanti.

Per motivi organizzativi, è necessaria l'iscrizione anticipata.

Per informazioni e iscrizioni: www.codiceforestale.it

email: brandi@inea.it - dipietro@inea.it

Tel. 06.47856426

Come arrivare-dove dormire

Tapiro Verde a Striscia la Notizia

Tapiro Verde a Striscia la 
Notizia

La Rivista forestale tecnico-scientifica “Sherwood - Foreste ed Alberi Oggi” , distribuita a livello nazionale, consegna simbolicamente, facendosi portavoce dei numerosi lettori che hanno inviato segnalazioni, un “Tapiro Verde” al giornalista Max Laudadio, alla Redazione di “Striscia la Notizia” e al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, per il servizio andato in onda Venerdì 14 Maggio, in cui è stato presentato in modo superficiale e strumentale il taglio di un bosco ceduo in Lombardia. Nel servizio vengono date numerose informazioni errate dal punto di vista ecologico, tecnico e normativo.

Quello di presentare come “uno scempio” una normale utilizzazione forestale in un bosco ceduo, realizzata in modo corretto e rispettoso della normativa vigente, è stato un errore grossolano da parte della Redazione di “Striscia la Notizia” che fa capo a Max Ludadio, peraltro non in linea, in questo caso, con le consuetudini giornalistiche della trasmissione, che ci ha abituati negli anni a offrire scoop basati su fatti reali, provati e discussi con la controparte.

In particolare, prima della preparazione del servizio e come da normale prassi giornalistica, la Redazione non ha verificato delle informazioni di base essenziali per poter parlare di gestione forestale ad un pubblico vasto:

  • Il “bellissimo” bosco in cui Max Laudadio si presenta all’inizio del servizio non è in realtà diverso dalla parte di bosco mostrata successivamente e definita “uno scempio”: sono entrambi cedui di castagno, tagliati allo stesso modo ma in periodi diversi. Semplicemente il bosco definito “bellissimo” è ricresciuto, come ricrescerà quello appena tagliato;
  • non è stato verificato il reale funzionamento del governo a ceduo: non è assolutamente vero, infatti, che nella parte utilizzata “il bosco non c’è più”. Il bosco rimane bosco, ricrescerà proprio dalle ceppaie tagliate;
  • non è stato verificato il motivo per cui la normativa prevede, per i cedui di castagno, il rilascio di 50 piante ad ettaro, ovvero per garantire l’afflusso di luce necessario alla ricrescita di nuovi alberi in tempi brevi dalle ceppaie tagliate: troppe piante rilasciate significano meno luce e quindi meno possibilità di ricrescita del bosco;
  • non è stata verificata correttamente la legislazione vigente: in Lombardia, al contrario di quanto affermato, esiste una normativa che tutela le foreste regolandone i prelievi in modo sostenibile, al pari del citato Trentino e di altre numerose Regioni italiane;
  • non è stata verificata correttamente la gravissima informazione data a riguardo delle frane scaturite dopo il taglio dei boschi. E’ proprio la mancanza di presidio attivo da parte di boscaioli e agricoltori di montagna che può infatti minare la  stabilità dei versanti. L’abbandono, specie da parte dei giovani, è proprio dovuto a questo lavoro faticoso, difficile e pericoloso, poco retribuito e malvisto dai cosiddetti “ambientalisti della prima ora”, che però garantisce presidio, cura e non ultimo produzione di materie prime e fonti energetiche rinnovabili a basso impatto ambientale, come il legno;

Il Ministro Stefania Prestigiacomo ha anch’esso riferito informazioni non corrette, gravi e penalizzanti per l’intero settore forestale, dapprima ringraziando Striscia per “l’ennesimo scoop in campo ambientale” senza aver evidentemente approfondito la questione, poi per aver associato nuovamente l’utilizzazione forestale a disastrosi eventi di dissesto, e infine per l’affermazione: “sembra assurdo ma non esiste uno strumento per capire quanti alberi ci sono nel nostro Paese”. L’inventariazione delle risorse forestali è attiva da decenni in Italia, sia a livello centrale che regionale. L’Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi di Carbonio è stato completato nel 2005 ed è prevista una revisione per il 2012.

Grazie a questo strumento si evince che i boschi, in Italia, sono raddoppiati rispetto agli anni ’50, triplicati rispetto al primo dopoguerra, il tutto grazie a quella gestione forestale che il servizio di Striscia ha frettolosamente definito “uno scempio”.

Invitiamo “Striscia la Notizia” a rettificare il servizio andato in onda, coinvolgendo le autorità nazionali e regionali competenti, i ricercatori, i docenti, i liberi professionisti e le imprese boschive, scusandosi con un intero settore che ogni giorno lavora per la gestione sostenibile, in equilibrio tra economia ed ecologia, di questa risorsa preziosa per tutti. Questo anche per scongiurare un immotivato proliferarsi di denunce (suggerite da uno degli ambientalisti coinvolti) a danno dei privati che lecitamente lavorano in bosco, che porterebbe ad un inutile dispendio di risorse pubbliche per il coinvolgimento dei servizi di controllo.

La Redazione di Sherwood, proprio per il servizio cui è portata a compiere, rimane disponibile per fornire tutte le informazioni necessarie per una rettifica del servizio.

Da: www.rivistasherwood.it

Disinformazione forestale a Striscia la notizia

Quello che è accaduto è pura DISINFORMAZIONE. Viene fatto passare un normale taglio di ceduo di castagno come un grave danno ambientale, una grave violazione di legge (sic!) e i boscaioli per banditi!
Sarebbe bene che l'Antonio Nicoletti del filmato si informasse prima di sparare cazzate, magari dal suo amico Antonio Morabito che, facendo parte del Comitato esecutivo FSC, forse gli può spiegare qualcosa sulla Gestione Forestale Sostenibile.
Non parliamo poi del Ministro, che evidentemente non sapeva di cosa stava parlando ed ha avvallato una cazzata!
E tutti questi campano su chi lavora!

Pubblichiamo condividendo pienamente:

sabato 15 maggio 2010 da  www.foresteinforma.it

Image

GUARDA IL VIDEO ANDATO IN ONDA

Lettera inviata a:

Al Ministro dell'Ambiente

p.c. Alla Direzione Generale MIPAAF

p.c. Alla Direzione Generale CFS

p.c. Alla redazione di "Striscia la notizia"

Venerdì sera  14 maggio durante la trasmissione "Striscia la notizia" è andato in onda un servizio sui tagli boschivi in Lombardia, nel quale si è voluto "vendere" al pubblico una regolare ceduazione autorizzata dalla legge (taglio periodico con rinnovazione vegetativa naturale del bosco) per un taglio illegale con effetti ambientali disastrosi. Oltre all'inconsistenza ed alla pretestuosità dei commenti del conduttore e dei due intervistati appartenenti ad associazioni ambientaliste (sarebbe stato opportuno intervistare anche chi aveva autorizzato il taglio) sono risultate molto gravi le affermazioni del ministro Prestigiacomo che ha dato risposte assolutamente inadeguate e non corrette, ignorando che la ceduazione dei boschi si esegue da secoli nei nostri boschi e senza particolari problemi. A tale proposito si ricorda che nel documento "Criteri e buone pratiche di gestione forestale" redatto dalla Task Force Foreste del MIIPAF nel 2009 e sottoscritto anche dal MATTM è riportato che "...i boschi cedui rappresentano un’opportunità se correttamente gestite ed indirizzate.

Infatti, una corretta gestione selvicolturale potrebbe consentire di contribuire al mantenimento o miglioramento dell’assetto idrogeologico del territorio, alla mitigazione dei cambiamenti climatici, alla salvaguardia della biodiversità, oltre che una risorsa economica ed energetica importante per le aree rurali e in particolare per la montagna".

In secondo luogo il Ministro dovrebbe essere informato che i colleghi del MIPAAF ed in particolare il Corpo Forestale dello Stato hanno già realizzato il secondo Inventario Forestale Nazionale (il primo nel 1985 ed il secondo nel 2005, i cui dati sono disponibili on line) e che attestano che in Italia i boschi costituiscono oltre il 30% della superficie totale (un dato 3 volte superiore a quello di un secolo fa).
Ciò che è avvenuto venerdì sera evidenzia, ancora una volta, un'assoluta mancanza di controllo nell'informazione che giunge a milioni di persone, ma soprattutto una superficialità da parte della massima autorità in campo ambientale, che nel caso specifico ha addirittura ringraziato il conduttore per aver segnalato un caso di abuso ambientale e, senza premura di verificare con i propri tecnici la fondatezza delle accuse esplicitate, ha fornito risposte che avrebbe potuto dare un qualunque cittadino poco informato.

Questo è un duro colpo per tutti coloro (ricercatori, tecnici del ministero e delle regioni, professionisti e operatori del settore) che da tempo si dedicano con passione e dedizione a studiare, divulgare ed applicare i principi ed i metodi della gestione sostenibile delle risorse forestali e naturali, la quale, se adeguatamente diffusa garantirebbe contemporaneamente conservazione ed uso delle risorse, con benefici per le generazioni attuali e future. Solo così sarà possibile ridurre la pressione sulle foreste dei paesi in via di sviluppo dove ancora la deforestazione è davvero perpetrata a causa della forte importazione, anche illegale, di legname da parte di molti paesi occidentali fra cui l'Italia.
Grazie per l'attenzione e cordiali saluti

Carlo Urbinati e Giorgio Iorio

Docenti del settore forestale dell'Università Politecnica delle Marche

Il gruppo d'informazione FORESTEINFORMA (www.foresteinforma.it)

lunedì 10 maggio 2010

Baseline forestali. Pubblicato il decreto che ne definisce la base giuridica

albero1 E' stato pubblicato sulla gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana 74 del  30 marzo 2010 (10A03605) il decreto ministeriale "Criteri minimi concernenti le buone pratiche forestali ai fini dell'applicazione della misura «pagamenti silvoambientali»" che definisce a livello nazionale la base giuridica (Baseline), mediante la quale può  essere concesso un pagamento ad ettaro di superficie forestale a quei beneficiari che assumono volontariamente, nel rispetto delle vigenti norme in materia, impegni silvo-ambientali al di là dei pertinenti requisiti obbligatori a norma dell'art. 47 del regolamento (CE) n.1698/2005 del Consiglio, del 20 settembre 2005, sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).

Il documento guida "Criteri e buone pratiche di gestione forestale Baseline per l'attuazione della misura silvo-ambientale" a cui si fa riferimento nel decreto è stato messo a punto da un gruppo di lavoro tecnico costituito presso il Mipaaf, designato per la stesura del Programma quadro per il settore forestale, al quale hanno partecipato il Mipaaf, il Mattm, una rappresentanza delle Regioni nominata dalla Conferenza Stato Regioni, Inea, Ismea e Cra.

Leggi il decreto.

Proteggere le foreste europee. Parliamone! Blog in www.rivistasherwood.it

Proteggere le foreste europeeIl 1° Marzo 2010 la Commissione Europea ha presentato  il Libro Verde documento che descrive le  principali  problematiche delle foreste europee e pone  una serie di interrogativi riguardanti lo sviluppo delle future politiche da attuare, soprattutto in funzione dei cambiamenti climatici.

Contemporaneamente la Commissione ha dato il via alla consultazione pubblica attraverso un forum (http://ec.europa.eu/environment/consultations/forests_en.htm ) per raccogliere indicazioni da: Stati membri, istituzioni e portatori d’interesse, per orientare politiche ed interventi in vista del periodo programmatico post 2013.

Questo forum, al quale è opportuno partecipare in lingua inglese,  rimarrà aperto fino al 31 Luglio. Si tratta di un’iniziativa a cui la pena  partecipare attivamente segnalando azioni e indirizzi politici che riteniamo importanti per la realtà forestale italiana. Molto spesso, soprattutto in passato, nelle politiche forestali europee i  Paesi mediterranei hanno subito una supremazia sia politica che tecnica dei paesi  del centro nord e non sempre le indicazioni e le strategie proposte a livello europeo sono riuscite ad adeguarsi e ad essere propizie nella realtà italiana. In questo momento di riflessione sulle politiche forestali e sui cambiamenti reali e potenziali in atto, sarebbe opportuno che anche il settore forestale tecnico e operativo italiano dicesse la sua.

Credendo di poter contribuire in questo senso, www.rivistasherwood.it ha attivato nel blog una discussione (in italiano) finalizzata al confronto sui temi sollevati dal Libro verde e alla raccolta di commenti, riflessioni e proposte su azioni che riteniamo utili per il futuro delle foreste e del settore forestale italiano. Obiettivo  concreto di questa discussione, se si rivelerà partecipata ed interessante, è anche quello di elaborare un intervento riguardante una o più delle tematiche affrontate dal Libro Verde  da condividere, tradurre  e poi presentare nel forum della Commissione.

Invitiamo tutti gli interessati a prendere visione del Libro verde (documento abbastanza sintetico e scritto con un linguaggio chiaro)  e a partecipare al blog segnalando magari (secondo il seguente schema) a quale questione il proprio intervento fa riferimento.

Per motivi organizzativi questa discussione rimarrà aperta solo fino al 20 Giugno.

5 domande su cui confrontarsi

Domanda 1 - le funzioni delle foreste

  1. A) Ritenete che sia opportuno dedicare maggiore attenzione al mantenimento, bilanciamento e potenziamento delle funzioni svolte dalle foreste?
  2. B) In caso affermativo, a che livello sarebbe opportuno intervenire: di UE, nazionale o ad altri livelli? E come si dovrebbe procedere?

Domanda 2 - ripercussioni dei cambiamenti climatici sulle foreste

A) In che misura le foreste e il settore forestale dell’UE sono pronti ad affrontare il tipo e l’entità delle problematiche poste dai cambiamenti climatici?
B) Ritenete che vi siano regioni particolari o determinati paesi più esposti o vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici?
C) Su quali fonti di informazioni basate la vostra risposta?
D) Sentireste la necessità di un intervento tempestivo a livello di UE per garantire il mantenimento di tutte le funzioni delle foreste?
E) In che modo l’UE potrebbe contribuire garantendo un valore aggiunto all’impegno dei vari Stati membri?

Domanda 3 - strumenti disponibili per la tutela delle foreste

A) Ritenete che le politiche dell’UE e degli Stati membri siano sufficienti per garantire che l’UE dia il proprio contributo alla tutela delle foreste, comprese la preparazione in vista dei cambiamenti climatici e la conservazione della biodiversità nei boschi e nelle foreste?
B) In quale settore ritenete eventualmente necessario un ulteriore intervento?
C) Come si potrebbe organizzare tale intervento: nell’ambito del quadro politico dato o in un altro?

Domanda 4 - gestione forestale

A) Come si potrebbe aggiornare l’attuazione pratica della gestione sostenibile delle foreste per migliorare le funzioni produttive e protettive svolte dalle foreste e, in generale, la redditività della selvicoltura e come si potrebbe rafforzare la resilienza delle foreste dell’UE rispetto ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità?
B) Quali provvedimenti occorre adottare per garantire la conservazione del pool di geni del materiale di moltiplicazione forestale in tutta la sua diversità e l’adattamento ai cambiamenti climatici?

Domanda 5 - informazioni e dati sul settore forestale

A) Tenuto conto dei vari livelli d’azione interessati, oggi sono disponibili informazioni sufficienti sulle foreste che permettano di valutare con adeguata accuratezza e coerenza:

    1. 1) lo stato di salute e le condizioni delle foreste dell’UE?
    2. 2) Il loro potenziale di produzione?
    3. 3) Il loro bilancio del carbonio?
    4. 4) Le rispettive funzioni di protezione (del suolo, delle acque, della biodiversità e la regolazione delle condizioni meteorologiche)?
    5. 5) La fornitura di servizi alla società e la rispettiva funzione sociale?
    6. 6) La redditività globale della silvicoltura?

B) Se tali informazioni non sono sufficienti, come si potrebbero migliorare?
C) L’impegno per armonizzare la raccolta dei dati sulle foreste è sufficiente?
D) Che cosa può fare l’UE per sviluppare e/o potenziare ancora di più i sistemi d’informazione sulle foreste?

    Il Codice forestale camaldolese: le radici della sostenibilità

    image La filiera agro-silvo-pastorale istituita e gestita per oltre otto secoli dai monaci camaldolesi è un esempio tangibile di gestione multifunzionale, flessibile e durevole delle risorse.

    Comprenderne i principi di base, analizzarne i dinamismi e attualizzarne i significati sono fra gli obiettivi di un progetto realizzato da INEA e Osservatorio Foreste, che sarà al centro di una  due giorni di convegni ed escursioni tecniche organizzata presso il monastero in cui interverranno numerosi esperti di gestione forestale.

    La due giorni si svolgerà presso il Monastero di Camaldoli (Poppi - AR) in data 28 e 29 Maggio.

    La giornata di Venerdì 28 maggio sarà dedicata alla parte di convegni. Per Sabato 29 maggio sarà invece organizzata un’escursione tecnica.

    Scarica il programma >>>

    Per informazioni e iscrizioni: www.codiceforestale.it

    E-mail: brandi@inea.it - dipietro@inea.it 

    Tel. 06.47856426

    Su richiesta, è possibile pernottare presso la foresteria del Monastero di Camaldoli.

    Energia dalle biomasse, ecco i requisiti per ottenere i certificati verdi

    Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 5 maggio il decreto interministeriale che stabilisce le modalità con le quali è garantita la tracciabilità e la rintracciabilità delle biomasse destinate alla produzione di energia elettrica incentivabile mediante il rilascio di certificati verdi. Il provvedimento, che giunge dopo un iter tortuoso iniziato con la legge finanziaria 2007, stabilisce che all’energia elettrica prodotta da impianti alimentati a biomasse, della potenza superiore a 1 MW, è riconosciuto dei certificati verdi con un coefficiente di moltiplicazione pari a 1,8.

    Il decreto definisce inoltre le tipologie delle biomasse che potranno essere utilizzate per produrre energia elettrica al fine di ottenere i certificati verdi. Si tratta si biomassa e biogas derivanti da prodotti agricoli, di allevamento e forestali, ovvero la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura, comprendente sostanze vegetali e animali, e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse; di biomassa da intese di filiera, ovvero prodotti nell’ambito di intese di filiera o contratti quadro; e da filiera corta, ovvero prodotta entro il raggio di 70 km dall’impianto di produzione dell’energia elettrica.

    La lunghezza del predetto raggio è misurata come la distanza in linea d’aria che intercorre tra l’impianto di produzione dell’energia elettrica e i confini amministrativi del Comune in cui ricade il luogo di produzione della biomassa (individuato sulla base della tabella B allegata al decreto).

    Per quanto riguarda la tracciabilità, il produttore di energia dovrà trasmettere al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, entro il 30 novembre di ciascuno degli anni per cui si richiede l’emissione dei certificati verdi, la documentazione in relazione a ciascuna tipologia di biomassa (contenuta nella tabella A del decreto) e in particolare una serie di informazioni circa i fornitori stessi, le specie di ciascuna materia prima, il quantitativo di prodotto ottenuto e così via.

    Per richiedere i certificati verdi e accedere al coefficiente moltiplicativo di 1,8 è inoltre necessario presentare al Gestore Servizi Energetici domanda di qualifica Iafr (impianti a fonti rinnovabili), prerequisito imprescindibile per l’ottenimento di incentivi previsti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Superate le verifiche il produttore potrà percepire gli incentivi. Oltre a determinare la provenienza delle biomasse, l’esito della verifica del ministero punta al controllo della quantità delle biomasse utilizzate dal produttore di energia elettrica nel corso dell’anno solare.