lunedì 28 giugno 2010

Consegnato il Tapiro Verde a Max Laudadio

Consegnato il Tapiro Verde a Max
 LaudadioIl giornalista di Varese News Daniele Pizzi ha consegnato a Max Laudadio il Tapiro Verde ideato da Sherwood. Nonostante le prese di posizione ufficiali di numerose istituzioni e migliaia di tecnici e ricercatori forestali, l’inviato di Striscia continua a definire “furibondi” i tagli del Monte Poncione e a criticare la legislazione forestale. Laudadio si “lancia” anche in incredibili proposte selvicolturali: 3 alberi piantati ogni 1 tagliato!... chiede inoltre a tutti noi se porteremmo i nostri figli a visitare un bosco tagliato. La nostra risposta è si, porteremmo certamente i nostri figli a visitare un ceduo, per spiegargli la selvicoltura e la cultura della gestione attiva e sostenibile del territorio... cosa che evidentemente non è chiara per chi vede in un normale taglio colturale la distruzione del bosco.

Guarda il video su www.rivistasherwood.it > QUI >> Consegnato il Tapiro Verde a Max Laudadio

martedì 22 giugno 2010

Consoliamoci, all'Unione europea dovremo restituire solo 500 milioni di euro

europa%2019_04 Tra riunioni, correzioni e smentite si avvicina la fatidica data del 31 dicembre. Ora spunta l'ipotesi di una scorciatoia per facilitare e accelerare il pagamento delle misure agroambientali

Non si placano le polemiche sul mancato utilizzo dei fondi comunitari esi moltiplicano le riunioni per cercare di sventare il peggio, ovvero la restituzione dei fondi all'Unione europea.
Il Presidente Agea, Dario Fruscio, intanto ha voluto rassicurare. L'Italia non dovrebbe restituire 1,1 miliardi di euro ma "solo" 500 milioni.
Gli altri fondi verrebbero comunque persi dal settore primario perché rappresentano la parte di cofinanziamento di Stato e Regioni.
Un danno tanto ingente che, per scongiurare questa eventualità, non è esclusa alcuna ipotesi.
Negli ultimi giorni si sono tenute diverse riunioni ma il giudizio sui risultati ottenibili non sono unanimi.
Partiamo dalla proposta sottoposta dal Presidente Agea Fruscio agli assessori regionali all'agricoltura.
Agea vorrebbe attivare una apposita procedura, semplificata per il pagamento di tutte le domande agroambientali entro il 15 ottobre.
Allo scopo Agea metterebbe tutti i suoi tecnici a lavorare proprio sull'Asse II dei Piani di Sviluppo Rurale, garantendo l'erogazione di 700 milioni di euro in pochi mesi.
La proposta non ha tuttavia convinto tutti, non soltanto perché così verrebbero slittati i pagamenti delle misure d'investimento (Asse I), soldi che sono certo utili alle aziende che più hanno scommesso sull'innovazione, ma anche perché le Regioni virtuose, ovvero quelle in ordine con l'attuazione dei PSR, sarebbero quelle maggiormente penalizzate.
L'Agea conta comunque di recuperare l'inattività sull'Asse II a partire dalla metà di ottobre, avviando le istruttorie per la spesa degli altri 400 milioni di euro per arrivare così al 31 dicembre 2010 avendo nulla da restituire alla Ue.
Dagli incontri tenuti, invece, l'assessore all'agricoltura del Lazio, Francesco Battistoni vede "ottimi risultati". "Cominciamo ad uscire dalla stasi che il Piano di Sviluppo Rurale ha vissuto fino a questo momento - ha affermato Battistoni - e finalmente saremo in grado di far arrivare sul territorio le risorse necessarie allo sviluppo della nostra agricoltura. "Infatti - ha sottolineato l'assessore regionale - considerando i fondi nazionali e quelli gia' spesi dall'amministrazione regionale, il Lazio dovra' spendere entro l'anno corrente 17 milioni di euro anziche' i 63 milioni iniziali, fondi che confidiamo di far arrivare alle aziende gia' nel mese di ottobre."
I dubbi di tutti sono però in questo momento concentrati sull'affidabilità dei sistemi informatici di Agea.
Oggi infatti le domande presenti in Agea sarebbero solo il 30 per cento di quelle relative alla domanda unica Pac (circa un milione) e del Psr (circa 400mila). Domande la cui presentazione è scaduta già il 15 maggio scorso. Questo in parte anche a causa dell’introduzione di un nuovo fascicolo aziendale che ha creato problemi tecnici, non nuovi all'organismo pagatore nazionale.

di Graziano Alderighi da www.teatronaturale.it

martedì 15 giugno 2010

Gentile Redazione di Striscia la Notizia

Gentile Redazione di Striscia la NotiziaScriviamo nuovamente a riguardo del servizio andato in onda il giorno 14 Maggio scorso dal titolo “Boschi: tagli senza regole”, a cura del vostro inviato Max Laudadio.

A seguito del servizio citato, l’intero settore forestale, fatto di tecnici, ricercatori, docenti, studenti, operatori e associazioni, si è levato in una forte protesta contro la disinformazione da voi passata che, mettendo sullo stesso piano una normalissima utilizzazione di un bosco ceduo ad eventi disastrosi e catastrofici come le frane di Sarno e di Messina, ha portato grave danno, sicuramente nell’immagine ma non solo, a chi ogni giorno lavora per la gestione sostenibile delle foreste italiane.

Purtroppo non siamo stati ascoltati, non abbiamo ricevuto alcuna replica da Voi e Max Laudadio ha continuato, tramite altre emittenti, la sua personale battaglia a favore di una singola area (Il Monte Poncione), adiacente alla sua abitazione.

Infatti, oltre alla infondatezza delle informazioni passate dal servizio, la cosa più grave della questione è che il vostro inviato ha un interesse personale sulla cosa, che esula dalla prassi giornalistica e che mira ad un tornaconto privato, ovvero la “quiete” nell’intorno della sua abitazione, nei boschi che dovrebbero trasformarsi, secondo quanto dichiarato, in “un giardino”, non tenendo in considerazione la proprietà dei boschi stessi e le utilizzazioni forestali che legalmente un proprietario può decidere di effettuare, nel pieno rispetto delle norme e senza causare alcun danno.

Il vostro giornalista ha addirittura un contenzioso legale in atto sulla questione: non riusciamo a credere che una Redazione stimabile come la Vostra possa aver sottovalutato l’aspetto personale del servizio, che ha offeso e recato danno a migliaia di persone che, purtroppo, hanno poca voce in capitolo.

Poca voce forse, ma molta forza derivata dalla coesione di tutti gli attori del settore sulla questione. Con la presente segnaliamo che, oltre a migliaia di persone, anche istituzioni importanti si sono schierate contro quel servizio, ed hanno scritto denunciando la grave disinformazione passata.

Elenchiamo di seguito solo alcuni dei principali interventi a riguardo:

Inoltre segnaliamo che tramite il sito internet di Sherwood – Foreste ed Alberi Oggi, centinaia di persone hanno scritto a riguardo attraverso il nostro Blog http://www.rivistasherwood.it/blog/479-tapiro-verde-a-striscia-la-notizia.html, che ha registrato oltre 9.000 accessi e 200 commenti arrivati in pochi giorni.

Molti altri Siti internet e Blog si sono occupati della questione, tutti in modo unanime denunciando la disinformazione e il conflitto d’interessi dell’inviato.

Su Facebook infine, in poche settimane, il gruppo “Quelli che vogliono le scuse di Striscia la Notizia” (creato a seguito del servizio) è arrivato a contare oltre 1.230 membri.

Non ci rassegniamo a subire in silenzio un attacco mediatico di questo tipo, tecnicamente scorretto e probabilmente aggravato dall’interesse personale e privato dell’inviato.

Chiediamo quindi un confronto con la Vostra Redazione, rendendoci disponibili per fornirvi tutte le indicazioni che vi occorreranno per un’eventuale rettifica del servizio.

L’intero settore forestale chiede le scuse da parte di chi ha non solo offeso, ma anche recato danno, a un comparto già in difficoltà che cerca di lavorare legalmente e in modo sostenibile per produrre la materia prima rinnovabile che tutti utilizziamo ogni giorno, ma di cui spesso ci si dimentica l’origine: il legno.

In attesa di una vostre gentile risposta, porgiamo cordiali saluti

La Redazione di Sherwood - Foreste ed Alberi Oggi

a nome delle migliaia di persone che ogni giorno lavorano per la gestione sostenibile delle foreste.

da: www.rivistasherwood.it

sabato 12 giugno 2010

Boschi di Lombardia, risposta a Striscia la notizia

Cattedrale del verde sull'Arera: ora si piantano le «colonne»

Dopo due anni di attesa si inizia a costruire la «cattedrale verde» voluta dal Parco delle Orobie: sarà alta da otto a 15 metri, lunga 29 e larga 24, per 650 metri quadrati di superficie, cinque navate e 42 colonne. Ideata dall'artista lodigiano Giuliano Mauri (morto nel 2009), sorgerà in località Grumello, a circa 1.200 metri di quota, sulla strada che dalla Plassa porta alle pendici del monte Arera, a Oltre il Colle. La struttura in legno di sostegno con le prime piante, dovrebbe essere pronta entro fine agosto. Da poco, infatti, il Parco delle Orobie, ha affidato l'incarico dei lavori ai tre Consorzi forestali bergamaschi, quello dell'alta Valle Brembana e i due della Valle Seriana.

La «cattedrale verde sarà un'opera d'arte, realizzata con alberi e rami, che assumerà, appunto, la forma di una cattedrale, a cinque campate. «Un connubio di arte, natura e spiritualità – spiega il presidente del Parco delle Orobie Franco Grassi – voluto per valorizzare il monte Arera, attraveso l'arte dei roccoli».
«Tempo tre mesi e si potrà vedere la struttura in legno, di per sé già bellissima – continua Grassi – con le prime piante, carpini e altri alberi autoctoni, alti circa due metri. Poi la "cattedrale", con i suoi intrecci di rami, crescerà di anno in anno, assumendo colori diversi a seconda delle stagioni». Un percorso, quello della «cattedrale», iniziato, peraltro, due anni fa: era il luglio 2008 e, in località Plassa, veniva realizzato e inaugurato in grande stile il portone d'ingresso della struttura.


L'artista aveva già fatto alcuni sopralluoghi e aveva in mete cosa realizzare: quelle idee ora verranno portate avanti dal figlio». Mauri, scomparso nel maggio 2009, divenne famoso proprio per le sue architetture naturali, realizzate con rami e tronchi di legno. Tra le sue opere più famose un'altra «cattedrale verde», quella realizzata a Borgo Valsugana nel 2001, in Val di Sella (Trento) per la manifestazione di arte contemporanea «Artesella».

martedì 8 giugno 2010

Feltrinelli stamperà solo su carta sostenibile

feltrinelli carta sostenibile

Feltrinelli ha deciso che stamperà soltanto su carta sostenibile.

La notizia è stata diffusa da un comunicato di Greenpeace che recentemente dal Salone Internazionale
del libro di Torino ha lanciato la classifica “Salvaforeste” per evidenziare il problema della difesa del patrimonio forestale indonesiano dal business della cellulosa.

È noto infatti che vaste aree di foresta vengono distrutte ogni anno per essere riconvertite in produzione di carta per il mercato internazionale.

Purtroppo gli editori italiani si riforniscono a volte proprio da quelle aziende come la APP, responsabili di una deforestazione incontrollata e dannosa per gli equilibri degli ecosistemi e per la tutela della biodiversità.

Greenpeace chiede alle imprese nazionali del settore editoriale un impegno per acquisti più eco-compatibili facendo riferimento alla certificazione Forest Stewardship Council. Il marchio FSC, Ong internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, garantisce prodotti derivanti da una gestione delle foreste secondo rigorosi criteri ambientali, sociali ed economici.

La direzione di Feltrinelli ha assicurato che utilizzerà per i propri libri esclusivamente carta certificata FSC, vincolo valido anche per le altre case editrici del gruppo (Apogeo, Kowalski e Urra).

lunedì 7 giugno 2010

Firmato l’accordo tra Cispel, Anca-Legacoop e Fedagri per i servizi ambientali e la qualificazione dei servizi pubblici

L’assessore Bramerini: «Se l'ambiente è fonte di lavoro come in questo caso, la Regione non può che approvare e guardare con favore sinergie simili. Oggi più che mai economia e politiche ambientali sono un binomio inscindibile»

«Favorire lo scambio di esperienze e la collaborazione soprattutto in materia di tenuta del verde, recupero ambientale, difesa del suolo, ma anche per stabilire sinergie in materia di protezione civile, servizi ambientali e qualificazione dei servizi pubblici». E', questa dichiarazione congiunta, la ratio fondamentale dell'accordo siglato stamani nel capoluogo toscano dal presidente di Cispel-Confeservizi Alfredo de Girolamo insieme al presidente di Anca-Legacoop Toscana Roberto Negrini e Carlo Salvadori, presidente della sezione regionale di Fedagri-Confcooperative.

Il protocollo, si legge in un comunicato, è finalizzato a «creare una collaborazione tra le cooperative agricolo-forestali della Toscana e le aziende che erogano servizi pubblici, quali l'igiene urbana, il servizio idrico, il gas, il trasporto»: sono quindi previsti «lo scambio di dati per promuovere le conoscenze delle caratteristiche della cooperazione agroforestale e delle opportunità offerte dalla legislazione nazionale e regionale per l'affidamento di lavori e servizi», tra cui vanno citate «la manutenzione ordinaria delle reti idrogeologiche, delle sorgenti, di interventi relativi alla manutenzione sul territorio del sistema idrico e fognario, delle manutenzioni necessarie al territorio e al verde pubblico».

Secondo quanto successivamente dichiarato da Negrini e Salvadori, con l'accordo di oggi «si concretizza il progetto di orientare il lavoro agricolo anche alla produzione di servizi ambientali, in una moderna concezione di agricoltura»: in realtà, più che di "orientare il lavoro agricolo verso la produzione di servizi ambientali" apparirebbe più adatto parlare di "riconoscimento" di una funzione che - sia per quanto riguarda il comparto selvicolturale/forestale (si pensi in primo luogo al contributo dato dalle foreste alla regimazione idrica e alla stabilità idrogeologica dei versanti) sia per quello agricolo (ad esempio in termini di conservazione del paesaggio toscano) - è già in atto e richiede soprattutto di essere appunto riconosciuta e valorizzata.

E agire in sinergia con le aziende di servizi è sicuramente un modo di valorizzare il "guadagno" ambientale e paesaggistico (oltre che economico, anche in riferimento al costo dei servizi pubblici e delle attività di protezione civile) associato ad una buona gestione del patrimonio agricolo e forestale.

In questo senso, de Girolamo ha sostenuto che l'intesa di oggi «potrà contribuire a qualificare ulteriormente i servizi ai cittadini ma anche a valorizzare le realtà occupazionali del territorio e a premiare l'impegno del mondo agricolo forestale nella promozione della cura dell'ambiente». Sulle ricadute occupazionali si è soffermata anche l'assessore regionale all'Ambiente Anna Rita Bramerini, che ha sostenuto che «se l'ambiente è fonte di lavoro come in questo caso, la Regione non può che approvare e guardare con favore sinergie simili, nell'ottica del principio che oggi più che mai economia e politiche ambientali sono un binomio inscindibile».

Tra le prospettive più incoraggianti in termini di cooperazione tra gli stakeholders politici, tecnici e istituzionali associate all'accordo firmato stamani sono anche da segnalare quelle legate alla filiera corta delle biomasse per la produzione di energia elettrica e calore, cioè alla cosiddetta filiera "bosco-legno-energia": un tema molto sentito in questi giorni, a causa della recente inaugurazione di alcuni impianti (per la provincia di Firenze sono da ricordare l'impianto di Calenzano e quelli che sono già o stanno venendo posti in funzione in alcune località - Pomino, Vallombrosa, Rincine - situate sulla montagna fiorentina ad opera della locale comunità montana) e che è destinato a diventare ancora più dibattuto nel prossimo futuro.

Altro ambito in cui la creazione di una "rete" di contatti e l'attuazione di sinergie tra le aziende di servizi e le cooperative agricole-forestali potrà offrire significativi sviluppi è, tra gli altri, quello della gestione del patrimonio idrico e della distribuzione, in quanto un efficace trattamento del bosco e delle aree rurali in generale è da considerarsi a tutti gli effetti il primo tassello del mosaico rappresentato dalla filiera dell'acqua. E', anche questo, un lavoro fornito dagli ecosistemi sia naturali sia artificiali che spesso riceve una considerazione limitata, e che invece necessita di essere valorizzato sia in termini concreti (in primo luogo occupazionali) sia in termini comunicativi: e anche in questo senso l'accordo di oggi apre prospettive future di non poco conto.

da: www.greenreport.it

venerdì 4 giugno 2010

Il taglio dei boschi: un servizio di “Striscia la notizia” accende la polemica sulla deforestazione

Giovedì 03 Giugno 2010

Scritto da Lisa Vagnozzi su http://www.greenme.it

Un servizio televisivo di “Striscia la notizia” ha recentemente innescato una vera e propria polemica sullo stato dei boschi italiani, sulla loro tutela, sul loro sfruttamento e sul ruolo giocato della deforestazione selvaggia nell’alterazione degli equilibri idrogeologici del territorio. Ma procediamo con ordine. Lo scorso 14 maggio 2010, il popolare tg satirico di Canale 5 ha mandato in onda un servizio di Max Laudadio interamente dedicato allo sfruttamento indiscriminato dei boschi.

Il servizio “incriminato” inizia in un bosco lombardo, nella provincia di Varese, con inquadrature che passano da alberi verdi ad evidenti residui di tagli, accompagnate da confronti, commenti e osservazioni sul tema della scarsa tutela del nostro patrimonio boschivo. Nella ricostruzione dei fatti offerta dal servizio, lo sfruttamento indiscriminato dei boschi sarebbe dovuto all’assenza di una legislazione nazionale: attualmente, infatti, ogni decisione e ogni azione riguardo al patrimonio forestale e boschivo è demandata alle singole regioni. Il giornalista menziona e oppone il “buon esempio” offerto dal Trentino al “cattivo esempio” offerto dalla Lombardia. Nelle fasi successive del servizio, Laudadio intervista sul tema della deforestazione un rappresentante dell’associazione ecologista Fare Ambiente, un esponente di Legambiente e lo stesso Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo.

L’eco-denuncia di Laudadio ha scatenato una serie di reazioni piuttosto forti da parte di associazioni ed esperti, con tanto di attribuzione di un simbolico ma significativo Tapiro Verde al giornalista, alla redazione di “Striscia la notizia” e al Ministro Prestigiacomo da parte della rivista forestale tecnico-scientifica Sherwood - Foreste ed Alberi Oggi. Oltre a Sherwood, forti critiche ai contenuti del servizio sono venute anche da PEFC Italia, dal Gruppo FSC-Italia e dall’UNAGA - Unione Nazionale Associazioni Giornalisti Agricoltura.

L’accusa principale che è stata mossa al servizio di Laudadio è di aver veicolato con leggerezza e superficialità informazioni erronee e dati approssimativi, capaci di suscitare nel pubblico dei telespettatori (circa 6 o 7 milioni di persone) pregiudizi riguardo alla filiera produttiva del bosco e allarmi infondati.

In particolare, le organizzazioni menzionate fanno notare come i due boschi messi a confronto nella prima parte del servizio siano in realtà due cedui di castagno tagliati nello stesso modo ma in periodi diversi: il bosco rigoglioso utilizzato come termine di paragone per condannare la deforestazione selvaggia altro non è che un ceduo già ricresciuto. Il punto che agli esperti del settore preme sottolineare è che in selvicoltura il taglio di parte del bosco non coincide con la sua fine o con la sua distruzione: al contrario, gli alberi vengono di fatto coltivati, facendo in modo che quelli tagliati vengano sostituiti da nuovi germogli.

Gli esperti e le organizzazioni sottolineano il danno di immagine che il servizio di “Striscia” ha arrecato alla filiera produttiva del bosco. L’utilizzo del legno dei boschi non implica “sfruttamento” e “disboscamento”, ma contempla una gestione sostenibile delle risorse forestali. La produzione del legname, se portata avanti seguendo le regole esistenti, può alimentare un'economia legata al territorio e contribuire all’approvvigionamento energetico da fonte rinnovabile: il legno prodotto dal taglio sostenibile dei boschi è infatti una materia prima a basso impatto ambientale e rappresenta una valida fonte energetica, in grado di sostituire i derivati del petrolio.

Per quanto riguarda le regioni menzionate, le organizzazioni ne difendono l’operato, “scagionando” la Lombardia dalle accuse formulate nel servizio: in Lombardia, infatti, così come in Trentino e in molte altre regioni italiane, esiste una normativa che tutela le foreste, regolandone i prelievi in modo sostenibile.

Infine, le organizzazione e gli esperti intervenuti nella polemica precisano che in Italia è in atto già da alcuni decenni un processo di riforestazione naturale: l’Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi di Carbonio del 2005 ha registrato una superficie forestale nazionale di circa 10 milioni di ettari, il doppio di quella registrata nel 1950. Ma, cosa piuttosto grave, nel servizio “incriminato” sia il giornalista che il Ministro dimostrano di ignorare completamente l’esistenza di inventari del patrimonio forestale italiano: sia dell’Inventario Forestale Nazionale del 1985 che del già menzionato Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi di Carbonio, realizzato in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, con il Corpo Forestale dello Stato e con le Amministrazioni locali.

Lisa Vagnozzi

FEDAGRI: per difesa territorio e gestione foreste ci sono fondi inutilizzati nei PSR regionali

camaldoli 015 “Se è vero che oltre il 70% dei comuni italiani è a rischio idrogeologico, utilizzando pienamente le risorse disponibili dei Programmi di Sviluppo Rurale si potrebbero attuare misure per il miglioramento dell’ambiente e la difesa del territorio, a partire da una gestione più attenta delle nostre foreste”. Lo ha sostenuto il Presidente del Settore Forestazione di Fedagri Gasper Rino Talucci nel corso del Comitato di settore svoltosi il 3 giugno 2010 a Palazzo della Cooperazione a Roma.

“I piani Regionali potrebbero essere quindi una grande occasione anche dal punto di vista finanziario – ha proseguito Talucci – per consentire al settore forestale quel salto di qualità necessario per promuovere lo sviluppo sostenibile del nostro patrimonio boschivo e realizzare politiche di salvaguardia territoriale. Auspichiamo pertanto che le regioni, nell’ambito dei propri Piani Regionali, colgano le opportunità e gli stimoli offerti dagli strumenti comunitari per dare piena realizzazione a tali obiettivi”.

“Purtroppo le regioni hanno accumulato notevoli ritardi nelle procedure di attuazione e nei pagamenti dei Piani di Sviluppo Rurale – ha concluso Talucci – che destano forti preoccupazioni. Sono ritardi che rischiano, in virtù delle regole di disimpegno automatico della spesa, di far perdere al nostro Paese notevoli risorse comunitarie e nazionali a discapito di tutti quegli imprenditori agricoli che, soprattutto in un momento di grave crisi come quello attuale, intendono investire per aumentare il livello di competitività delle proprie aziende”.

Il Comitato infine ha giudicato positivamente la pubblicazione, da parte della Commissione europea, del Libro Verde sulle foreste sul quale la cooperazione avvierà un dibattito e un confronto nell’ambito del Convegno nazionale previsto per il prossimo 18 giugno a San Miniato (PI) alla presenza del Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Paolo De Castro e del Presidente del Cogeca, Paolo Bruni.

mercoledì 2 giugno 2010

Venerdì 18 giugno 2010 - Convegno nazionale della cooperazione forestale sul libro verde sulla protezione delle foreste nella U.E.

camaldoli 016

CONVEGNO NAZIONALE

di Legacoop Agroalimentare e Fedagri Confcooperative

LIBRO VERDE LA PROTEZIONE E L’INFORMAZIONE SULLE FORESTE NELL’UNIONE EUROPEA: PREPARARE LE FORESTE AI CAMBIAMENTI CLIMATICI

LE IDEE ED IL CONTRIBUTO DELLA COOPERAZIONE FORESTALE IN MERITO AL CONFRONTO APERTO DALLA COMUNITA’ EUROPEA.

VENERDI 18 GIUGNO 2010 ore 15.30

SAN MINIATO (PI) - Centro Studi “I CAPPUCCINI”

La Cooperazione forestale italiana rappresenta oltre 300 imprese con un’occupazione di circa 5000 addetti fra soci e lavoratori e un fatturato di oltre 200 milioni di euro.
I settori forestali del movimento cooperativo sono strumento delle realtà imprenditoriali per trasferire esperienze, conoscenze e modelli organizzativi fra le varie realtà regionali affinché tutti si possa crescere e affermarsi in una dimensione nazionale ed europea.
In tal senso la cooperazione forestale ha giudicato positivamente la pubblicazione da parte della Commissione U.E. del Libro verde sulle foreste così come è importante la decisione della Commissione di aprire un confronto trasparente sulla definizione delle nuove strategie di intervento per la valorizzazione delle funzioni ambientali e socio economiche nonché per definire politiche selvicolturali nuove di contrasto ai cambiamenti climatici.
La Gestione Sostenibile delle Foreste è una scelta strategica della cooperazione forestale. Noi che viviamo e operiamo tutti i giorni nella salvaguardia del bosco non possiamo non partecipare al confronto aperto dalla Commissione portando il bagaglio delle nostre esperienze e conoscenze che mettiamo al servizio di tutti.
Trovare nuove forme di gestione che superino i limiti fra proprietà e impresa, costruire politiche che riconoscano la specificità della forestazione mediterranea, trovare nuovi strumenti di sostegno finanziario che compensino le funzioni ecologiche e sociali delle foreste, il riconoscimento ai proprietari e ai gestori dei vantaggi economici derivanti dallo stoccaggio della CO2, garanzie per il settore forestale nella nuova programmazione dello Sviluppo Rurale, questi sono alcuni dei temi che vogliamo sottoporre al confronto con le istituzioni preposte: Regioni, Stato, Comunità Europea.


Programma:
Saluti delle autorità presenti
Vittorio Gabbanini - Sindaco di San Miniato
Paolo Tognocchi - Consigliere Regionale della Toscana
Andrea Pieroni - Presidente Provincia di Pisa

Relazioni
Marco Scaltritti - Presidente Consorzio Toscana Verde
Teodoro Bolognini - Resp. Settore Forestazione Legacoop Agroalimentare
Raul Romano - Rete Rurale Nazionale Osservatorio Foreste INEA
Giovanni Vignozzi - Associazione ANARF
Gasper Rino Talucci - Presidente Settore Forestazione Fedagri Confcooperative


Interverrà
Gianni Salvadori - Assessore Agricoltura Regione Toscana

Conclusioni

Paolo Bruni
Presidente COGECA - Confederazione Generale delle Cooperative Agricole dell’Unione Europea

E' previsto l’intervento di

Paolo De Castro
Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo

Coordina i lavori Roberto Negrini - Presidente Legacoop Agroalimentare Toscana

Allegati (1)