domenica 28 febbraio 2010

Biomasse sostenibili, un nuovo rapporto Ue ne detta i criteri

home2-7917 Dalla Transparency Platform

La Commissione europea adotta oggi il rapporto richiesto nella Direttiva clima energia in materia di biomasse solide e biogas. Il documento raccomanda agli Stati membri di seguire modelli simili che si basino sui criteri di sostenibilità forniti da Bruxelles.

(da www.rinnovabili.it) – Sviluppare appieno il potenziale energetico delle biomasse significa inevitabilmente dover prendere in esame le questioni connesse alla tutela del patrimonio forestale e della biodiversità, all’utilizzo suolo e al calcolo delle emissioni di CO2: la valutazione, in altre parole, dell’impatto ambientale e ovviamente anche di quello economico. A livello europeo la Renewable Energy Directive, conosciuta anche come la Direttiva “20-20-20”, contiene uno schema inerente ai requisiti di sostenibilità per i biocarburanti e i bioliquidi, mancando dunque quelli relativi alle biomasse, per le quali però specificava la richiesta alla Commissione Ue d’un rapporto ad hoc per colmare tale lacuna. Adempiendo a tale obbligo l’esecutivo europeo ha adottato oggi una relazione sui termini per l’uso sostenibile delle biomasse solide e del biogas nell’energia elettrica, riscaldamento e raffreddamento. Il documento contiene raccomandazioni sui criteri che dovrebbero essere utilizzati dagli Stati membri che desiderino introdurre un regime a livello nazionale, in modo da evitare ostacoli al funzionamento del mercato interno.
“La biomassa – ha dichiarato Günther Oettinger, Commissario responsabile per l’Energia – è una delle risorse più importanti per raggiungere i nostri obiettivi nelle energie rinnovabili. Contribuisce già a più della metà del consumo di energia verde nell’Unione europea, fornendo una risorsa pulita, sicura e competitiva”.
Le raccomandazioni adottate oggi riguardano:

  • Il divieto generale di utilizzare biomassa coltivata su terreni appositamente sottratti al patrimonio forestale, su aree ad elevata capacità di stoccaggio dell’anidride carbonica o ad elevata biodiversità.
  • Una metodologia standardizzata per il calcolo dei gas a effetto serra in maniera tale da garantire che la riduzione delle emissioni connessa a questa fonte sia almeno del 35% rispetto al mix energetico fossile della UE, aumentandola al 50% per i nuovi impianti nel 2017 e al 60% nel 2018.
  • La differenziazione dei regimi di sostegno nazionali a favore di impianti che consentano di raggiungere alte efficienze di conversione energetica.
  • Il controllo della provenienza della biomassa.

La relazione è accompagnata da una valutazione d’impatto che dimostra che criteri vincolanti imporrebbero costi considerevoli agli operatori economici europei, soprattutto in considerazione del fatto che almeno il 90% della biomassa consumata a livello comunitario deriva dai residui forestali e da altri sottoprodotti delle industrie europee, concludendo pertanto che almeno in questa fase, non sia necessaria una legislazione più dettagliata.
“E’ prevista una revisione fra 18 mesi, – ha concluso Oettinger – al fine di valutare se il sistema abbia bisogno di essere modificato, anche attraverso l’introduzione di norme obbligatorie”.

Certificazioni per la carta: come funziona il PEFC

PFEC

La carta è uno dei prodotti più presenti nella nostra vita quotidiana: dai post-it su cui annotiamo i nostri promemoria, ai foglietti volanti che utilizziamo per la lista della spesa; dalle confezioni dei cereali per la colazione, alle agende e ai calendari che teniamo, rispettivamente, sulle nostre scrivanie e sulle pareti di casa. La carta è un prodotto così comune da alimentare convinzioni e luoghi comuni spesso molto difficili da sfatare, come vi abbiamo raccontato qualche tempo fa.

Proprio perché si tratta di un bene di consumo diffusissimo e, almeno fino ad oggi, non sostituibile, è bene fare attenzione alla sua provenienza, in modo da incidere il meno possibile sull'ambiente. A questo scopo, è importante tenere in considerazione, al momento dell'acquisto, la presenza o meno di una certificazione. Nel caso della carta, la certificazione riguarda l'origine del legno da cui è stata tratta la cellulosa, e attesta la sua provenienza da boschi gestiti in maniera corretta ed ecosostenibile, sia da un punto di vista ecologico che da un punto di vista economico e sociale.

La certificazione è un marchio di ecosostenibilità che dipende da determinati parametri, qualitativi e quantitativi, ed è cruciale non soltanto per l'industria cartaria ma anche per tutte quelle industrie che si basano sull'utilizzo del legno, in quanto costituisce un modo per conoscere e tracciare il percorso delle materie prime, dalla loro origine fino al prodotto finale.

A questo proposito, l'Unione Europea riconosce ufficialmente due certificazioni: FSC ("Forest Stewardship Council"), che abbiamo citato più volte e che gode del sostegno di Greenpeace, e PEFC, che introduciamo qui per la prima volta. La sigla PEFC sta per "Programme for the Endorsement of Forest Certification Schemes" e cioè "Programma per il riconoscimento di Schemi di Certificazione Forestale".

PEFC è un'organizzazione internazionale indipendente, non governativa e no profit, che promuove una gestione forestale sostenibile per fornire agli acquirenti dei prodotti in legno o di carta una garanzia di eco sostenibilità. Ciò significa che il consumatore ha la certezza di favorire, con il suo acquisto, attività forestali corrette e rispettose degli equilibri naturali, a tutela della biodiversità e a favore del rimboschimento.

Per le aziende, invece, impiegare nei processi produttivi legno e carta certificati ha non soltanto un indubbio ritorno in termini di immagine, ma può determinare anche un vantaggio economico. Oggi, infatti, i consumatori sono più consapevoli e informati nelle fasi della scelta e dell'acquisto dei prodotti e si sono fatti anche più responsabili ed esigenti in materia di problematiche ambientali.

Il PEFC ha sede a Ginevra ed è nato alla fine degli anni Novanta come iniziativa volontaria e senza fini di lucro del settore privato. La certificazione non è solo per la carta, ma per l'intera filiera dal bosco al consumatore (legno, mobili, carta, pannelli, funghi e tartufi, miele, ecc). Tutto ha avuto inizio con degli incontri tra i rappresentanti dei proprietari forestali di alcuni dei Paesi promotori, tra cui Austria, Finlandia, Francia, Germania, Norvegia e Svezia.

Attualmente, l'organizzazione opera approvando, di volta in volta, degli schemi nazionali di certificazione forestale. Ciò significa che il sistema PEFC comporta la costituzione di enti di gestione nazionali nei diversi Paesi nel mondo. A questo scopo, si cerca di coinvolgere tutte le organizzazioni professionali, le associazioni e i consorzi che, a livello locale, potrebbero essere interessati e coinvolti nell'iniziativa.

PEFC prevede un primo livello di certificazione che riguarda strettamente la gestione forestale e che attesta che una proprietà forestale è gestita secondo criteri di correttezza e di sostenibilità. Una seconda, successiva tipologia di certificazione è invece rappresentata dalla Chain of Custody, "catena di custodia" o di rintracciabilità. Il presupposto di questo secondo livello di attestazione è che il legname e la cellulosa provenienti da foreste gestite in modo corretto e sostenibile devono poter essere rintracciabili in tutte le fasi successive della lavorazione, fino ad arrivare alla commercializzazione. Se tale catena viene correttamente rispettata, il consumatore troverà sul prodotto finito un apposito marchio di qualità.

criteri_pefc

Per concedere la certificazione PEFC si esige da chi ne fa richiesta il rispetto dei criteri e degli indicatori definiti nelle Conferenze Ministeriali per la Protezione delle Foreste in Europa di Helsinki (1993) e di Lisbona (1998). L'attestazione permette agli aderenti di utilizzare il logo PEFC e ha una durata di 5 anni. A cadenza annuale sono effettuati controlli per verificare la conformità di ciascun aderente con i criteri previsti.

Attualmente, i membri ordinari del PEFC, con i rispettivi organismi nazionali, sono 34. L'organizzazione gode anche del supporto di 5 organizzazioni internazionali: la Federazione Europea dei Proprietari Forestali (CEPF, Confederation Européenne des Propriétaires Forestiers ), la Federazione Europea dei Proprietari Fondiari (ELO, European Landowners' Organisation), l'Organizzazione Europea delle Industrie della Lavorazione del Legno (CEI Bois), l'Organizzazione Europea dell'Industria Cartaria (CEPI, Confederation of European Paper Industries) e la Federazione Europea per il Commercio del Legname (FEBO, Fédération Européenne du Négoce de Bois).

foresta-la-verna

Per quanto riguarda l'Italia, le foreste coprono il 34% del nostro territorio nazionale, pari a più di 10 milioni di ettari, tra pioppeti, boschi e macchia mediterranea. Di questa percentuale, la superficie forestale certificata PEFC è di 717.248 ettari ed è diffusa su gran parte del territorio nazionale, dal Friuli Venezia Giulia alla Sardegna, dal Trentino alla Campania. PEFC Italia conta 51 soci tra amministrazioni comunali, proprietari boschivi, industrie di settore, cooperative, associazioni di categoria e liberi professionisti (per ulteriori approfondimenti, informazioni e documenti riguardo alla certificazione PEFC in Italia potete visitare il sito www.pefc.it).

Dato che siamo in tema di sostenibilità ambientale, ne approfittiamo per ricordare che, oltre ad acquistare carta e legno certificati, possiamo sempre contribuire alla salvaguardia di boschi e foreste con il recupero della carta e del cartone, facendo la raccolta differenziata e osservando l'abitudine di separare questi materiali da tutti gli altri scarti. In questo modo, eviteremo che delle risorse preziose e riciclabili vadano a disperdersi nelle discariche.

Lisa Vagnozzi

da www.greenme.it

sabato 27 febbraio 2010

Cooperare per fare il Bosco più Verde: Il consorzio forestale quale strumento per la gestione sostenibile, la salvaguardia e la valorizzazione dei boschi della collina torinese

Il “modello consortile” di gestione forestale si propone come strumento per la salvaguardia e la valorizzazione del territorio della collina torinese, con particolare attenzione ai riflessi occupazionali e di sviluppo economico.
I consorzi forestali sono società di gestione del territorio a cui i proprietari pubblici e privati di superfici agro-silvo-pastorali affidano i terreni affinché la gestione degli stessi sia più efficiente. Normalmente tali strutture sono partecipate dai proprietari, riuniti per garantirsi una economicità di gestione.
Tale funzione è particolarmente evidente in caso di proprietà molto frazionate, con piccole superfici che non hanno alcuna possibilità di essere economicamente gestite (com’é per la collina di Torino).
Oggi però il problema è ancor più grave in quanto la gestione è praticamente assente anche in grandi aree, sia pubbliche che private, in quanto le attività forestali risultano sempre meno remunerative, i proprietari stanno perdendo il senso del valore del bosco e diventa sempre più difficoltoso reperire imprese in grado di realizzare gli interventi in maniera efficiente ed efficace.
Un nuovo modello di consorzio forestale è quindi quello che vede, oltre all’aggregazione dei proprietari, la presenza degli operatori del bosco, sia tecnici che operativi.
La Regione Piemonte con la nuova legge “Gestione e promozione economica delle foreste” (4/2009) si propone di sviluppare una gestione attiva delle superfici forestali e di aumentare il prodotto legnoso piemontese.
E’ un obiettivo ambizioso e di lungo periodo che deve essere avviato ora per poter arrivare nei prossimi anni alla ripresa del settore forestale nella nostra Regione.
Al fine di divulgare la conoscenza delle possibilità offerte dalla gestione consortile del “bene” bosco, approfondire le opportunità offerte dal nuovo strumento normativo e valutare i possibili effetti che questi possono avere sul territorio della collina torinese, si organizza il presente incontro cui Vi invitiamo a partecipare.

5 MARZO 2010 - ORE 9,00
Circolo ricreativo dipendenti comunali del Comune di Torino
C.so Sicilia 12, Torino

PROGRAMMA

REGIONE PIEMONTE - ASSESSORE Economia Montana e Foreste Settore Politiche Forestali

DR. MARCO CORGNATI
REGIONE PIEMONTE - Assessorato Economia Montana e Foreste
Settore Politiche Forestali “La nuova legge forestale regionale come opportunità per la valorizzazione dei boschi piemontesi”

GASPER RINO TALUCCI
Presidente Nazionale Settore Forestazione e Multifunzionalità Fedagri - Confcooperative
“Il modello consortile come elemento strategico di gestione e sviluppo
del territorio: esperienze dalle regioni appenniniche”

DOTT. FORESTALI GIULIANO GRIDELLI E FRANCESCO CIASCA
Consorzio Piemontese Cooperative Agroforestali “Bosco Vivo”
“Progetto di costituzione del Consorzio Forestale della Collina Torinese (C.F.C.T.)”

DR. EZIO DEMAGISTRIS
COMUNE DI TORINO - Divisione Servizi Tecnici per le Grandi Opere Edilizie e Verde Pubblico
“Il Comune di Torino e la gestione forestale dell’area collinare”

DR. IPPOLITO OSTELLINO
Parco fluviale del Po - Tratto Torinese
“Prospettive per un nuovo ruolo del Bosco all’interno delle aree protette della Corona Verde”

DR. GRAZIANO DELMASTRO
Parco Naturale della Collina Torinese
“I boschi della Collina Torinese: tra naturalità, abbandono e gestione attiva”

DR. PIERO BELLETTI - PRO NATURA - Torino
“Equilibrio fra naturalità e gestione forestale attiva della collina di Torino”

Conclusioni
MARCO BALAGNA
PROVINCIA DI TORINO - ASSESSORE AGRICOLTURA

Prof. Bruno Giau
UNIVERSITÀ DI TORINO, FACOLT À DI AGRARIA
Dipartimento di Economia e Ingegneria Agraria Forestale e Ambientale

Moderatore:
Gianni Tarello
(Presidente Regionale Settore Forestazione e Multifunzionalità Fedagri - Confcooperative)

Allegati (1)

Ora i boschi suscitano l’interesse dei coltivatori La short rotation forestry diventa ammissibile agli aiuti disaccoppiati.

nat05 Si va rafforzando l’interesse dei coltivatori per l’impianto di boschi cedui a rapida rotazione, diretti a procurare materia prima energetica e che richiedono una convivenza di specie per evitare problemi di monospecificità e fitosanitari, di pioppo ed olmo, o salice, o platano, o eucalipto.

Secondo le esperienze e le ricerche sin qui effettuate, i migliori risultati e economici per lo sfruttamento di questa tipologia produttiva nascono dalla creazione di una filiera corta, con la cippatura delle piante direttamente sul campo o con operazioni di lavorazione per un utilizzo immediato.

Dal punto di vista agronomico i dati produttivi riscontrati mostrano una produzione anche di 200 tonnellate ad ettaro nei 5 anni con un investimento compreso fra le 1.100 e le 1.600 piante/ha.

Una superfice investita a short rotation forestry ora si può abbinare ad un titolo (diritto all’aiuto) Pac disaccoppiato, dopo la recente entrata in vigore del Decreto Mipaaf 9/12/2009 (GU n°30 del 6/2/2010).

Il decreto, che disciplina l’intera materia della gestione dei titoli disaccoppiati, revisionando la normativa precedente, all’articolo 1 specifica (sulla base del Reg. Ce 1120/2009 art. 2, lett. n), che per “ettaro ammissibile” si intende anche una superficie investita a bosco ceduo a rotazione rapida (codice Ncex06029041) utilizzata per un'attività agricola o, qualora le superfici siano utilizzate anche per attività non agricole, utilizzate prevalentemente per attività agricole, coltivata con le piante elencate nell'allegato A del decreto (Pioppi, Salici, Eucalipti, Robinie, Paulownie, Ontani, Olmi, Platani, Acacia saligna) e con un turno di taglio non superiore a otto anni.

Se sulla superficie ammissibile si esercita un’attività non agricola, questa non deve interferire con lo svolgimenti del ciclo colturale ordinario e con il mantenimento di buone condizioni agronomiche e ambientali.

La dimensione minima delle parcelle agricole che possono formare oggetto di una domanda d'aiuto è fissata a 0,05 ettari. Finora questa sicurezza non c’era ed i proprietari di questo tipo di boschi non riuscivano sempre a rientrare nell’aiuto diretto.

In questo modo si va completando il quadro normativo delle biomasse legnose destinate alle produzioni energetiche ma ci sono ancora alcune situazioni che devono essere definite dal punto di vista legislativo, quali la gestione delle ceneri degli impianti considerate ancora rifiuto.

I Psr regionali hanno misure specifiche per incentivare questa coltivazione ed aggiungere contributi all’impianto e lavorazione, quali la 121, 122 e 221, 311B, inserite in tutti i piani regionali. Inoltre, se si destina il materiale di pioppo e altre essenze alla produzione di energia elettrica in azienda si può sfruttare l’incentivo di 0,28 centesimi per ogni kWh (tariffa omnicomprensiva) prodotto per gli impianti di taglia non superiore ad 1 MW (legge del 23 luglio 2009 n. 99).

venerdì 26 febbraio 2010

Presentazioni Consorzi Forestali

Nella nuova pagina "PRESENTAZIONI" del sito www.consorziforestali.net è pubblicata la presentazione aggiornata della esperienza dei consorzi forestali presentata a Grottammare il 25 febbraio 2010 nell'incontro informativo organizzato dal Consorzio Marche Verdi.
Sono anche pubblicate altre presentazioni stampabili.

mercoledì 24 febbraio 2010

Servizi gratuiti della rivista SHERWOOD

003415 Servizi liberi per tutti gli utenti del sito www.rivistasherwood.it non perdere questa occasione e visita le sezioni:

Terminologia multilingue

Traduci tutte le specie forestali in tutte le lingue del mondo!

Archivio bibliografico

Consulta e ricerca per parole chiave tutti gli articoli scientifici e divulgativi pubblicati su Sherwood, l’Italia Forestale e Montana, Dendronatura ecc.

Macchine - bacheca dell’usato

Compra e vendi macchine forestali usate

Legno - compro e vendo

Compra e vendi diversi assortimenti legnosi

E’ inoltre possibile per tutti entrare nella sezione Ultim’ora e leggere notizie, segnalazioni di corsi e convegni, offerte di lavoro, pubblicazioni ecc.

martedì 23 febbraio 2010

Talucci (Fedagri): L’impegno della cooperazione per lo sviluppo dell’associazionismo forestale

“Il ruolo strategico dell’associazionismo forestale che è stato evidenziato dalla Rete rurale nazionale conferma la bontà di un percorso che la cooperazione forestale aderente a Confcooperative ha iniziato da ormai un decennio”.

Lo ha sostenuto il presidente del settore Forestale di Fedagri-Confcooperative Gasper Rino Talucci in occasione di un workshop promosso dalla Rete rurale nazionale sul tema “Associazionismo forestale e sviluppo rurale - opportunità e responsabilità per l’attuazione delle misure forestali del PSR”.

“Con lo slogan ‘Da esecutori a Gestori’ – spiega Talucci – le cooperative forestali di Fedagri promuovono una ventina di consorzi forestali, insieme ad un centinaio di amministrazioni comunali per la gestione di una superficie complessiva di oltre 100.000 ettari di boschi in tutta Italia. E’ una risposta concreta all'abbandono delle aree forestali nel nostro Paese con il quale la cooperazione intende promuove una filiera produttiva che vada dal bosco alla segheria e che sia protagonista anche nell’ambito di nuovi utilizzi quali la produzione di energia rinnovabile".

"L'idea innovativa – prosegue Talucci – è stata quella di mettere insieme non solo i proprietari di boschi, ma anche i tecnici e gli operatori, nella consapevolezza che un settore povero come quello forestale ha bisogno di esperienze che uniscano i vari soggetti, in un’ottica di sviluppo. Alle istituzioni si richiede di sostenere e valorizzare questo percorso, mentre oggi alcune amministrazioni locali frenano la spinta positiva che viene dal basso. Ne è un esempio l'avvio a macchia di leopardo delle misure forestali del Piano di Sviluppo Rurale, con punte di eccellenza come in Lombardia e Toscana e situazioni critiche come in quasi tutte le regioni del sud. In questo senso non possiamo che sostenere la proposta della Rete Rurale di arrivare a delle linee strategiche condivise in tutta Italia, in modo da mettere a frutto le buone prassi delle regioni avanzate”.

SCARICA LA NOTIZIA IN PDF

_________________________________________
Fonte: UFFICIO STAMPA FEDAGRI – CONFCOOPERATIVE

www.fedagri.confcooperative.it

giovedì 11 febbraio 2010

Natura 2000

2469t La DG Ambiente della Commissione europea ha pubblicato una brochure dedicata alla Rete Natura 2000. Tra
gli argomenti trattati: il ruolo e i compiti della Rete, salvare la biodiversità, le regioni biogeografiche,
l’impegno futuro della Rete, ecc. Per informazioni:
http://ec.europa.eu/environment/nature/index_en.htm .

sabato 6 febbraio 2010

L'OPERA di Febbraio 2010

Pubblicato il numero di Febbraio 2010 del L'OPERA.
In questo numero il documento preparatorio del workshop della RETE RURALE NAZIONALE  su "Associazionismo forestale e Sviluppo rurale: opportunità e responsabilità per l'attuazione delle misure forestali dei PSR" che si terrà a Roma il 22 febbraio 2010 e la presentazione del PIANO DI GESTIONE DELLE PROPRIETA' SILVO-PASTORALI del Comune di PERETO (AQ) elaborato dal Consorzio Forestale Marsica Occidentale.

Allegati (1)

Workshop Rete Rurale Nazionale - Task Force Foreste

copertina invito

La Task Force Foreste e l'Osservatorio foreste dell'INEA, nell'ambito delle attività previste dalla Rete Rurale Nazionale per lo Sviluppo Rurale (Azione 1.1.1 Supporto orizzontale alle Amministrazioni impegnate nell'attuazione dei PSR), propone ai principali attori del settore forestale e alle Amministrazioni regionali, un Workshop dal titolo "Associazionismo forestale e Sviluppo rurale: opportunità e responsabilità per l'attuazione delle misure forestali dei PSR".
Il workshop si propone di fornire un quadro delle opportunità che l'Associazionismo forestale può fornire e trovare nell'attuazione delle politiche forestali di sviluppo rurale. Obiettivo della giornata di studio è definire strategie condivise con i principali attori operanti nel settore, al fine di realizzazione gli obiettivi di gestione e sviluppo socio-economico delle aree montane e forestali previsti dal Programma Quadro per il Settore Forestale.
L'associazionismo forestale rappresenta oggi una concreta opportunità di sviluppo economico locale per le aree rurali e montane, e per l'intero settore forestale chiamato, quest'ultimo, ad assolvere ruoli e funzioni di interesse pubblico oltre che privato, quali la gestione attiva del patrimonio forestale, la salvaguardia ambientale, l'assetto idrogeologico e la protezione e prevenzione dei dissesti, degli incendi oltre a funzioni di carattere sociale e ricreativo.
In questo ambito le associazioni forestali, nelle loro diverse formulazioni e concezioni, presenti nel contesto nazionale possono essere considerate vere "imprese silvo-ambientali" (in tanti casi le uniche rimaste nelle aree montane), dando così concretezza a quel concetto della "multifunzionalità" nelle aree montane e rurali, enunciato nella prima Legge di orientamento in agricoltura e sui decreti di attuazione (D.lgs n. 227/01). L'elemento principale per il rilancio del settore risiede sicuramente nell'armonizzazione delle politiche regionali in un'ottica di valorizzazione economica delle realtà produttive e delle multifunzionalità presenti sul territorio montano.
Partendo dalla valorizzazione delle esperienze già intraprese sul territorio si può agevolare così la costituzione di strumenti di gestione, di tutela e di sviluppo convenienti e competitivi. Strumenti capaci di mettersi in relazione con gli altri operatori del mercato e di avviare processi di filiera, che perseguono nel contempo finalità di interesse regionale e interregionale, razionalizzando e qualificando la gestione delle superfici forestali e rappresentando opportunità reali di crescita economica, oltre che di presidio alla salvaguardia del patrimonio boschivo. Workshop Rete Rurale Nazionale - Task Force Foreste
I lavori del Workshop si concluderanno con la condivisione di una proposta di "Documento strategico di intenti" condiviso dai principali attori operanti nel settore, da allegare al PQSF o e diffondere nell'ambito della Rete Rurale Nazionale. Partendo da ciò che esiste sul territorio e ciò di cui il territorio e il settore necessitano e richiedono, questo documento vuole diventare una proposta operativa per coordinare le opportunità fornite dall'Associazionismo e le esigenze regionali sul tema della gestione forestale, al fine di valorizzare l'attuazione delle misure previste dalle politiche di sviluppo rurale. Ai risultati del work shop seguirà inoltre un'attività di individuazione, studio e diffusione, per temi condivisi di interesse per il settore forestale, di Buone pratiche in cui l'Associazionismo ha svolto o svolge un ruolo determinante per lo sviluppo locale e rurale. Si vuole quindi, riuscire a identificare, in collaborazione con la Task Force Buone Prassi, le realtà operati che in ambito forestale, realizzano una sviluppo socioeconomico sostenibile in senso multifunzionale, per le aree rurali e montane nazionali.


Roma, 22 febbraio 2010
Radisson Blu ES.Hotel
Via Filippo Turati, 171 00185 Roma


 (1.24 MB)Scarica la presentazione del workshop (1.24 MB)

giovedì 4 febbraio 2010

EUFORMAG: riviste forestali europee in rete

EUFORMAG: riviste forestali europee in reteE’ nata EUFORMAG,  una rete europea di riviste del settore forestale che attualmente riunisce 6 periodici di 5 diversi paesi. Le riviste associate alla rete divulgano regolarmente contenuti tecnico-scientifici ed esperienze di gestione a più di 10.000 proprietari, tecnici pubblici e privati, gestori e imprenditori forestali europei.

EUFORMAG si è costituita con lo scopo di diffondere conoscenze utili e pratiche che possano riguardare due o più paesi europei e si propone anche come strumento efficace e privilegiato per la diffusione dei risultati dei progetti forestali di interesse europeo.

Per conoscere meglio Euformag visita il sito www.euformag.eu!

da: www.rivistasherwood.it

Riscaldarsi con il legno, come scegliere il sistema giusto

 Riscaldarsi con il legno, come scegliere il sistema giusto

Un manuale divulgativo per conoscere meglio il mondo delle biomasse legnose come fonte energetica, rivolto ad un pubblico ampio e per questo realizzato con un linguaggio semplice e diretto. Biomax, una “scaglia di cippato parlante”, guida il lettore attraverso i diversi sistemi di riscaldamento a legna, cippato e pellet, rispondendo alle più comuni domande e sfatando alcuni luoghi comuni.

Questo manuale tascabile è stato realizzato nell’ambito del progetto “Sviluppo della multifunzionalità delle aziende agricole sulle agrienergie”, promosso da Provincia di Arezzo e ARSIA e finanziato con il contributo della LRT 34/01. Si ringrazia il Dott. Stefano Boncompagni, dirigente del Servizio Agricoltura della Provincia di Arezzo per la gentile concessione.

da: http://www.rivistasherwood.it/

Allegati (1)