mercoledì 25 novembre 2009

Approvati 11 dei 21 PSR modificati

campo

Buone notizie da Bruxelles. Salgono a 11, su un totale di 21, i PSR italiani approvati dal Comitato di Sviluppo Rurale. Dopo il disco verde ottenuto da Toscana e Sardegna nel mese di ottobre, la riunione del Comitato del 23 novembre ha sancito il via libera per altre nove Regioni e Province Autonome italiane: Abruzzo, Bolzano, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Trento, Umbria, Valle d'Aosta.

I nuovi PSR recepiscono i contenuti delle recenti riforme riguardanti la Politica agricola comune (Health Check della Pac) e la strategia europea anticrisi (European Economic Recovery Plan). Tali riforme, assieme al trasferimento verso lo sviluppo rurale di risorse provenienti dall'OCM Vino, comporta per l'Italia un aumento complessivo di fondi pubblici dedicati ai PSR di oltre 1.156 milioni di euro.

I fondi aggiuntivi saranno utilizzati, principalmente, per attuare le cosiddette "nuove sfide" dello sviluppo rurale ovvero per misure dedicate all'espansione dell'utilizzo delle energie rinnovabili, alla tutela della biodiversità, alla mitigazione dei cambiamenti climatici, alla gestione delle acque, ad interventi di accompagnamento alla ristrutturazione del settore lattiero-caseario e per la diffusione della connessione internet a banda larga nelle aree rurali.

I Programmi delle dieci Regioni ancora in fase di esame da parte della Commissione europea, saranno approvati, presumibilmente, nel corso del Comitato di dicembre che dovrebbe completare il quadro di riforma derivante dall'Health Check della Pac e sancire il passaggio alla fase operativa.

Per ogni ulteriore informazione, è possibile visitare la sezione sviluppo rurale del sito www.politicheagricole.gov.it ed il sito www.reterurale.it che dedicano ampio spazio alla programmazione dello sviluppo rurale, con approfondimenti per tutti i programmi e per tutti gli Stati membri.

domenica 22 novembre 2009

Pubblicazione: Deforestazione e processi di degrado delle foreste globali. La risposta del sistema foresta-legno italiano

Il rapporto descrive i caratteri quantitativi e qualitativi della deforestazione e del degrado delle foreste a scala globale; esamina le cause e la dimensione d’illegalità e di corruzione nel sistema mondiale foresta-legno; valuta e indica ai decisori politici gli strumenti legislativi, gli accordi internazionali regionali e bilaterali con i partner commerciali occidentali, la legislazione nazionale e gli accordi volontari, utili per contrastare il fenomeno.

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giovedì 19 novembre 2009

Investire nelle rinnovabili? In Italia è un risky business

Investire nelle rinnovabili? In Italia è un risky business

Deutsche Bank ha recentemente reso noto un proprio studio in cui vengono assegnati i punteggi ad un gruppo di 109 paesi, relativamente alla presenza di condizioni più o meno favorevoli per investimenti nel settore delle energie rinnovabili.

La ricerca, intitolata Global Climate Change Policy Tracker: An Investor’s Assessment è stata realizzata da Deutsche Bank Columbia Climate Center presso Earth Institute, Columbia University.

Sono stati individuati tre livelli di rischio che sono stati assegnati sulla base di otto criteri, ed hanno portato alla definizione della “pagella” attribuita ai diversi stati con il raggiungimento di punteggi dall’otto al dodici (livello 1), dal tredici al venti (livello di rischio 2) e oltre ventuno (livello di rischio 3).

Leggendo il punteggio assegnato al nostro paese ed il livello di rischio attribuito (livello 3 - rischio elevato) si possono fare diverse considerazioni ma soprattutto non si può non pensare che in fondo (ma mica tanto) non potevamo che aspettarci un giudizio così severo da parte dei banchieri tedeschi sul modo in cui gli investimenti in energie rinnovabili vengono incoraggiati e promossi nel “paese del sole”.

Le ricadute economiche su industria ed economia italiana, giudicate notevoli secondo una ricerca IEFE (Centre for Research on Energy and Enviromental Economics and Policy dell’Università Bocconi) promossa da GSE (Gestore Servizi Elettrici) rischiano di rimanere solo teoriche secondo l’analisi svolta dall’Istituto tedesco.

Il criterio principale (trattandosi di investimenti) è rappresentato dagli incentivi, suddiviso in cinque sotto-criteri.

Per Deutsche Bank (e non solo) è fondamentale anzitutto l’esistenza di tariffe incentivanti nei paesi in cui si va a investire, viene inoltre assegnato un giudizio sulla efficacia delle politiche adottate dagli stati messi sotto osservazione, che consentano di mantenere il riscaldamento globale al di sotto della soglia dei due gradi Celsius oltre la quale il cambiamento climatico viene considerato irreversibile.

In Italia, pur esistendo un sistema tariffe incentivanti si sottolinea la presenza di ostacoli significativi agli investimenti, riconducibili ad una forte burocratizzazione, alle scarse disponibilità di finanza pubblica e all’assenza di un sistema sanzionatorio per le inadempienze.

Investire nel settore delle fonti rinnovabili: molte Pmi avranno stimato che il mercato italiano è semplicemente difficile ed invece è addirittura….rischioso!

lunedì 16 novembre 2009

Dossier Enea: le rinnovabili termiche su i target UE

rinovabili (da Rinnovabili.it)

“l’Italia è molto in ritardo negli usi termici delle fonti rinnovabili, mentre sta rapidamente crescendo (anche se a caro costo) la quota di generazione elettrica. Occorre e conviene colmare questo ritardo, e rivedere in aumento il peso degli usi termici delle rinnovabili nel soddisfare quella quota del 17% al 2020 che la Commissione Europea ci ha assegnato. Questo vuole anche dire una riduzione della pressione sugli usi elettrici, che renda gli obiettivi più realistici e meno costosi”. E’ l’opinione di Ugo Farinelli, segretario generale dell’Associazione Italiana Economisti dell’Energia a commento del dossier Usi termici delle fonti rinnovabili presentato oggi nell’ambito del workshop, promosso congiuntamente da ENEA con AIEE e FIRE. Il documento come il convegno raccoglie le varie tecnologie per gli usi termici delle rinnovabili a partire dal solare alla geotermia fino alle biomasse esaminando stato dell’arte e prospettive tecnologiche in riferimento soprattutto ai target Ue contenuti nella Direttiva “20-20-20”.
“Da un punto di vista economico, – afferma Farinelli – non c’è dubbio che nella maggior parte dei casi il costo di produzione di un kWh termico sia inferiore di quello necessario per produrre un kWh elettrico; appare quindi evidente l’importanza di operare per promuovere la diffusione delle tecnologie per le rinnovabili termiche rivedendo un sistema d’incentivazione, basato sui certificati verdi e sul conto energia, che non sembra rispondere compiutamente a questa esigenza”.
Per rendere chiaro il contesto in cui attualmente l’Italia si trova l’Enea ha redatto schede tecnologiche per le sopracitate fonti, stralcio del Rapporto “Fonti Rinnovabili” in fase di pubblicazione, definendo per ognuna: stato dell’arte; prospettive tecnologiche e R&D, potenziale di sviluppo e barriere alla diffusione; analisi economica.

Capitolo controverso soprattutto quello relativo alle biomasse, per le quali Giuseppe Tomassetti della Fire ha mostrato le proposte di evoluzione del sistema incentivi, da indirizzare “alle imprese più che ai singoli consumatori”. L’attenzione in questo caso andrebbe alle nuove definizioni di “sostenibile”. Per Tommasetti le priorità divengono essenzialmente “utilizzare meglio, cioè a più alta efficienza e con minor emissioni, le biomasse già attualmente disponibili sul mercato, favorendo la tipizzazione dei combustibili e la qualità delle caldaie” e “far crescere la disponibilità sul mercato di combustibili, di qualità standardizzata, derivati da biomasse prodotte in Italia sia dal mondo agricolo sui terreni di pianura, che dal mondo forestale nelle aree montane, in accordo con le funzioni di protezione del territorio”.

Da Carlo Manna, responsabile ufficio Studi dell’Enea, arrivano invece le proposte per recuperare il ritardo dell’Italia sull’uso termico delle fonti di energia rinnovabili ed in particolare nel campo del solare termico. “Sia per le capacità tecnologiche di cui disponiamo, sia per fattori ambientali, l’Italia dovrebbe farsi trovare più preparata – ha dichiarato Manna – e probabilmente la particolare attenzione che c‘è stata verso la generazione elettrica da fonti rinnovabili ha fatto trascurare questo tipo di utilizzo delle rinnovabili. E’ necessaria a questo punto una revisione complessiva di alcuni meccanismi e misure da attuare. A partire da quelli sui titoli di efficienza energetica, troppo poco attenti alle potenzialità di un uso termico delle fonti rinnovabili”. Rivedere tutti i nei dei certificati bianchi, dunque, ma ottenere una “certezza del funzionamento di certi meccanismi, come quello del 55% sull’Irpef”.

venerdì 13 novembre 2009

Enerlegno 2009

clip_image001Nell’ambito della Fiera Enerlegno 2009, Fiper - Federazione Italiana Produttori di Energia Rinnovabile organizza in collaborazione con Aper il convegno: “Una risorsa essenziale per accrescere l'autonomia energetica nazionale e diffondere una cultura rispettosa dell'ambiente”.

L’evento si svolgerà il giorno 27 Novembre 2009 dalle ore 10.00 presso la Sala Sagittarius - Rho Milano Fiere.

Nell’ambito dell’evento fieristico saranno organizzati altri convegni:

Sempre il 27 Novembre, dalle 15.00 alle 17.00, si svolgerà un incontro dedicato al pellet, mentre il giorno successivo, sabato 28, uno dedicato al cippato, dalle 10.00 alle 13.00.

Per maggiori info:

http://www.greenergyexpo.eu/it/conf_2009.asp?fiera=ELG

giovedì 12 novembre 2009

Seminario "Il patrimonio forestale nell'area del mediterraneo. Quali politiche europee per una gestione sostenibile?"

foresta

Bruxelles, 26-27 Novembre 2009

Il seminario intende affrontare nello specifico la gestione sostenibile del patrimonio forestale nel Mediterraneo con particolare riferimento al centro Italia. Nel corso dei lavori verranno  evidenziate criticità e fabbisogni ed individuate azioni volte a rafforzare una politica forestale integrata e coerente con le linee di sviluppo del territorio rurale. L'incontro, inoltre,  vuole contribuire ad individuare le migliori strategie per calare nel patrimonio forestale dell'Italia centrale gli strumenti e le iniziative messe a disposizione dall'Unione europea, nonché contribuire ad identificare una auspicabile strategia forestale specifica per le foreste mediterranee.

 (27.21 KB)Programma draft (27.21 KB)

Giornata di studio sul tema della deforestazione e della degradazione forestale globali

003188 Roma, 20 novembre, Auditorium ISPRA, via Curtatone 7

In occasione della presentazione del rapporto ISPRA “Deforestazione e degradazione forestale. Le risposte del sistema foreste-legno italiano”, frutto di una collaborazione tra l'Università di Padova e l'ISPRA, il 20 novembre 2009 si terrà presso l'Auditorium ISPRA, Via Curtatone 7, Roma, con inizio alle 9:30, una giornata di studio sul tema della deforestazione e della degradazione forestale globali (dimensioni, cause ed effetti del problema), sulle responsabilità e le risposte del sistema foresta-legno e sulle possibili soluzioni e aree di intervento.

All'interno dell'evento è prevista una tavola rotonda, con inizio alle 11:00, moderata da una giornalista di un quotidiano nazionale, a cui partecipano i rappresentanti delle istituzioni italiane, della Commisisone Europea, delle ONG e del settore industriale (Federlegno), per discutere di implementazione di accordi sovranazionali e intergovernativi in materia (Forest Law Enforcement, Governance and Trade, Due Diligence, ecc.); di integrazione e coordinamento tra le politiche settoriali di contrasto ai fenomeni; di promozione di forme di partnership e di collaborazione pubblico-privato, di acquisti verdi da parte della pubblica amministrazione (di cui il 12 ottobre è stato varato un decreto del Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo).

Stakeholder Consultation for Forest Evaluation per certificazione FSC in Lombardia

logo_fsc_ico ICILA, organismo di certificazione specializzato nel settore forestale (allegato 1), con la presente intende informarVi che h in corso il processo di certificazione secondo lo schema FSC del Sistema di Gestione Forestale dell'ERSAF, in relazione alle seguenti aree forestali appartenenti alle Foreste di Lombardia:

Foresta di Azzaredo Casy (BG), Gardesana Occidentale (BS), Alpe Vaia (BS), Val Grigna (BS), Anfo - Val Caffaro (BS), Val di Scalve (BS), Legnoli (BS), Corni di Canzo (CO), Valsolda (CO), Monte Generoso (CO), Valle Intelvi (CO), Resegone (LC), Foppabona (LC), Val Masino (SO), Val Lesina (SO), Val Gerola (SO), Alpe Boron (SO), Carpaneta (MN), Isola Boschina (MN) e Valle del Freddo (BG).

Lo standard FSC-STD-20-006 (Stakeholder Consultation for Forest Evaluation) prevede che ICILA consulti, acquisisca e valuti informazioni,opinioni e commenti, espressi dalle Parti Interessate (Stakeholders), riguardanti la conformit` ai requisiti ambientali, economici, legali, tecnici e sociali dell'organizzazione che richiede la certificazione. Per coloro che fossero interessati ad approfondire queste tematiche, h possibile scaricare dal sito www.fsc.org la relativa documentazione (standard di riferimento e corollari) ed al seguente link la check list Icila applicabile: http://www.icila.org/documenti/check%20list%20forestale%20arco%20alpino%20rev%202.pdf.

Potete farci pervenire i Vostri punti di vista e commenti, tramite e-mail al seguente indirizzo di posta elettronica: stakeholder@icila.org.

Inoltre, h prevista la possibilità d'incontrare personalmente o collettivamente, nella piy totale confidenzialità`, il nostro gruppo di audit in occasione della preverifica e della verifica che saranno tenute rispettivamente in data 11-12/11/2009 e 25/11/2009, a partire dalle 16:00, presso la sede centrale dell'ERSAF (via Copernico n0 38, Milano). A questo fine Vi preghiamo di confermarci la Vostra partecipazione anticipatamente, in modo da poterci organizzare nella maniera migliore possibile e comunicarvi eventuali cambiamenti. Vi rendiamo noto che ogni informazione ricevuta dovrà` essere in primo luogo confermata da una seconda fonte o verificata in campo dal nostro gruppo di verifica e che in seguito ne verrà` valutata l'attinenza e la conformità` allo standard. Eventuali dispute e contenziosi sono normalmente gestiti da ICILA secondo una procedura di risoluzione dei conflitti che potrete scaricare al seguente link: www.icila.org/documenti/Profsc06r4.pdf

ICILA si impegna, salvo Vostra diversa disposizione, a mantenere nella piy totale riservatezza le fonti delle informazioni ricevute. Vi alleghiamo una serie di quesiti indicativi (allegato 2) ma non esaustivi riferiti ai principali temi contenuti nello standard applicabile (FSC-STD-01-001 - FSC Principles and Criteria), in riferimento ai quali attendiamo Vs. commenti.

Vi ringraziamo sin da ora del prezioso contributo che vorrete fornirci.

In attesa di un Vostro riscontro, vogliate accettare i nostri migliori saluti.

ICILA

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Allegato 1 (Presentazione ICILA)

ICILA Srl h un Organismo di Certificazione che fornisce servizi di certificazione di sistemi di gestione, di certificazione di prodotto, di formazione, a livello nazionale ed internazionale, prevalentemente, ma non esclusivamente, alle organizzazioni che si occupano della produzione e della lavorazione del legno e dei suoi derivati, alle organizzazioni che operano, a vario titolo, nella filiera legno, ed in generale alle organizzazioni che erogano servizi. ICILA Srl far parte del Gruppo IMQ ed opera come azienda controllata da IMQ Spa.

ICILA detiene le competenze tecniche e ispettive specifiche per fornire servizi di certificazione alle organizzazioni clienti, tenendo conto delle peculiarità` dei prodotti, della produzione e delle strutture aziendali tipiche, h accreditato dai seguenti Enti di Accreditamento:

- SINCERT per i Sistemi di Gestione per la Qualità` (ISO 9001), per i Sistemi di Gestione Ambientale (ISO 14001), e per la certificazione di Prodotti e Servizi di Certificazione Forestale (PEFC/GFS; PEFC/GSP) e di Certificazione della Catena di Custodia (PEFC/COC).

- Comitato per l'Ecolabel e L'Ecoaudit per la Convalida della dichiarazione ambientale ai fini della registrazione EMAS.

- ASI per la certificazione forestale (FSC/FM) e per la Certificazione della Catena di Custodia (FSC/COC).

SERVIZI OFFERTI

- Certificazione dei Sistemi di Gestione per la qualità` (ISO 9001)

- Certificazione dei Sistemi di Gestione Ambientale (ISO 14001)

- Convalida di dichiarazioni ambientali (Registrazione EMAS)

- Certificazione Chain of Custody FSC (Forest Stewardship Council)

- Certificazione Forestale FSC (Forest Stewardship Council)

- Certificazione Chain of Custody PEFC (Programme for endorsement of Forest Certification)

- Certificazione Sistema di Gestione Forestale Sostenibile PEFC (Programme for endorsement of Forest Certification)

- Certificazione Sistema di Pioppicoltura sostenibile PEFC (Programme for endorsement of Forest Certification)

- Certificazione dei Sistemi di gestione della salute e sicurezza sul luogo di lavoro (OHSAS 18001)

- Certificazione dei Sistemi di responsabilità` sociale (SA 8000)

- Marcatura fitosanitaria FITOK

- Servizi ispettivi per il Certificato GOSST

- Formazione/Informazione

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Allegato 2 (Stakeholder Predetermined Question List)

Quesiti indicativi relativi allo standard FSC-STD-20-006 - Stakeholder consultation for Forest Evaluation.

1 Ritenete che l'organizzazione richiedente la certificazione rispetti la legislazione nazionale in vigore ed eventuali accordi e trattati internazionali (CITES, ILO ecc.)?

2 A Vs conoscenza, si sono mai verificate violazioni dei diritti di proprietà` e/o d'uso della terra o delle risorse forestali? Si sono mai verificate dispute o contenziosi tra organizzazione richiedente e parti terze in riferimento a quando detto ?

3 Ritenete che le attività` di gestione forestale dell'organizzazione che richiede la certificazione apportino benefici economici e sociali ai lavoratori ed alle comunità` limitrofe? Quali?

4 Ritenete che la gestione forestale conservi la biodiversità` ed i relativi valori, le risorse idriche, il suolo e gli ecosistemi e paesaggi? In che modo? Se no, potete fornirci qualche indicazione aggiuntiva?

5 A Vs conoscenza, vengono mantenute le funzioni ecologiche e l'integrità` della foresta? Come? Se no, potete fornirci qualche indicazione aggiuntiva?

6 Ritenete che le attività` di gestione delle aree caratterizzate da valori ad alta conservazione (es: ZPS e SIC) siano rispettose di tali valori e adeguate al fine della loro preservazione? Credete esistano altre aree forestali, specie della fauna e della flora da tutelare in modo particolare?

7 Ritenete che le Piantagioni apportino benefici economici, sociali e ambientali ? (Applicabile solo in caso di piantagioni)

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Informativa art. 13, d. lgs 196/2003: I vostri dati sono trattati, con modalità` prevalentemente elettroniche, da Icila srl - titolare del trattamento - Piazzale Giotto 1, 20035 Lissone (MB) per adempiere a norme di legge e per fini amministrativi, specie con riferimento all'attività` di certificazione. Gli incaricati preposti al trattamento sono gli addetti alla certificazione ed attività` amministrative e ai sistemi informativi e di sicurezza dei dati. Saranno trattati dai revisori e ispettori in qualità` di responsabili del trattamento. Ai sensi dell'art. 7, d. lgs 196/2003 potete esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modificare, cancellare i dati o opporvi al loro trattamento per motivi legittimi, rivolgendovi al titolare all'indirizzo postale sopra indicato o inviare un'e-mail a stakeholder@icila.org. Allo stesso modo h possibile richiedere l'elenco dei responsabili del trattamento.

Marco Clementi - Funzione Tecnica - Area Forestale e Catena di Custodia - Forest Management & Chain of Custody

ICILA S.r.l. - 20035 Lissone (MB) – Italy - Piazzale Giotto, 1

Tel +39 039 3300232 - int. 203  - Fax +39 039 3300230

http://www.icila.org/

AB Training: corso per Auditor per la Catena di Custodia FSC

 logo_fsc_ico

AB Training (www.abtraining.biz), società specializzata in formazione sulla certificazione FSC, organizza in Italia un corso di formazione per ispettori dal titolo:
Corso per auditor della catena di custodia - 11-14 gennaio 2010
Obiettivo: alla fine del corso i partecipanti conosceranno gli standard FSC per la catena di custodia/legno controllato e avranno sviluppato abilità e competenze pratiche per la loro applicazione nel ambito della certificazione FSC.

Temi trattati:
i. Introduzione alla certificazione in generale con enfasi sulla certificazione per il settore forestale, storia e situazione attuale del FSC, relazione fra ISO 65 ed FSC;
ii. Standard FSC per la certificazione della catena di custodia;
iii. Standard FSC per il legno controllato.
iv. Certificazione di progetto.
v. Utilizzo corretto dei marchi di certificazione sul prodotto e utilizzo per scopi promozionali.
Il corso si svolgerà in italiano, a Milano , presso gli uffici di SGS Italia, in Via Gaspare Gozzi 1/A.

La metodologia d’insegnamento abbinerà le presentazioni del tutor alle esercitazioni mirate allo sviluppo delle capacità pratiche per l’applicazione delle norme e politiche FSC riguardanti la catena di custodia. Inoltre é previsto l’utilizzo di materiale video per illustrare il funzionamento della catena di custodia ed il collegamento fra foresta e mercato di prodotti forestali.
I corsi AB Training permetteranno ai partecipanti di iniziare un percorso formativo come ispettore per la certificazione FSC. Oltre ai corsi auditor FSC, per completare l’iter formativo, é necessario partecipare ad un corso Auditor ISO 9000 o ISO 14000. Inoltre, si dovrà completare un percorso formativo come auditor in affiancamento presso uno degli enti di certificazione accreditati FSC.
Costo: Corso per Auditor della Catena di Custodia - 950 Euro.
AB Training offre uno sconto di 25% agli studenti che si registreranno ai corsi Auditor FSC. Il costo del corso non comprende l’eventuale alloggio per la durata delle lezioni.
Per informazioni aggiuntive e registrazione: www.abtraining.biz
oppure tramite e-mail: Liviu Amarieri liviu@abtraining.biz

lunedì 9 novembre 2009

Io da che parte sto?

di Giorgio Nebbia – www.rinnovabili.it


Campo eolico

C’è un famoso racconto, attribuito ad Esopo, intitolato: il padre, il figlio e l’asino. Un padre anziano, un figlio giovinetto e un asino andavano per la loro strada. Il padre, stanco, sale sull’asino e la gente che li vede passare dice: che egoista quel padre che lascia andare un giovinetto a piedi. Allora il padre scende e fa salire sull’asino il figlio e la gente che li vede passere dice: vergogna quel giovinetto che lascia andare a piedi il padre anziano. Allora padre e figlio salgono tutti e due sull’asino e la gente dice: vergogna: due persone che sfiancano il povero asino. Allora padre e figlio scendono e vanno a piedi al fianco dell’asino e la gente dice: ma sono proprio scemi quei due che potrebbero andare senza stancarsi. Il racconto non dice come è finita: forse si sono fermati tutti e tre. E’ quanto sta avvenendo nel dibattito sulle fonti energetiche rinnovabili che vi propongo qui di seguito.

L’uso dei combustibili fossili comporta l’esaurimento delle riserve esistenti e provoca mutamenti climatici e la soluzione nucleare è inaccettabile. La vera soluzione va cercata nel ricorso alle fonti energetiche rinnovabili, tutte derivate dal Sole, sotto forma di calore solare o di energia eolica o di moto delle acque.

Niente vero. Sulla produzione di energia dal Sole non si può contare perché occorrerebbero migliaia di chilometri quadrati di superficie terrestre coperta di pannelli solari per avere quantità apprezzabili di calore o elettricità. Invece sarebbe una cosa molto buona perché le grandi zone terrestri in cui la radiazione solare è elevata sono proprio nei deserti poco abitati dei paesi poveri e quindi da questi potrebbe venire il rifornimento di energia futura per i paesi industriali. No, è inaccettabile la dipendenza da nuovi monopoli energetici, questa volta costituiti dai paesi ricchi di Sole e di impianti solari. Però i paesi industriali potrebbero vendere pannelli solari ai paesi con elevata insolazione e comprare in cambio energia elettrica o idrogeno solari dai paesi oggi arretrati.

Energia PulitaIl ricorso al solare sarebbe una soluzione pessima perché gli impianti solari, termici o fotovoltaici, hanno una durata limitata, e dopo alcuni anni o decenni si dovrebbero smaltire enormi quantità di rottami inquinanti. Però solo i pannelli solari al silicio comportano problemi di smaltimento e di inquinamento tanto che tendono ad essere sostituiti da pannelli fotovoltaici a semiconduttori organici. Non ci si deve neanche pensare, perché il rendimento dei nuovi pannelli fotovoltaici è basso e occorrerebbero superfici terrestri ancora più grandi per fornire l’elettricità oggi necessaria nel mondo.

Per produrre elettricità dal Sole conviene usare non i pannelli fotovoltaici ma piuttosto il calore solare con concentrazione per ottenere vapore per alimentare turbine. Questa soluzione non convince perché i sistemi per concentrazione producono vapore in maniera intermittente e la produzione di vapore cessa se il cielo è coperto di nuvole. Però il calore solare ad alta temperatura può essere accumulato in speciali materiali e reso disponibile durante tutto il giorno.

Allora se proprio si vuole ottenere elettricità dalle fonti rinnovabili meglio usare i motori eolici alimentati dal vento che si genera sulla terre emerse e sugli oceani dal movimento di aria che scorre dalle parti calde alle parti fredde del pianeta, dal momento che il vento ha dentro di se una forza grandissima. Ma le centrali eoliche deturpano il paesaggio e uccidono gli uccelli che vengono risucchiati dal moto delle pale. Però l’energia eolica potrebbe fornire elettricità in forma decentrata e quindi si eviterebbero le grandi reti di trasmissione dell’elettricità generata dalle grandi centrali termoelettriche e nucleari. Sarebbe una soluzione pessima perché gli impianti eolici forniscono elettricità in forma discontinua e una interruzione dell’erogazione potrebbe far morire negli ospedali i pazienti dipendenti da apparecchiature elettriche. Ma i problemi della discontinuità sono inesistenti perché l’elettricità di origine eolica può essere accumulata, a mano a mano che si forma, in adatte batterie ricaricabili come le recenti a ioni di litio. Sarebbe un disastro perché le maggiori riserve mondiali di litio sono nelle mani della Bolivia, un paese socialista e nemico del capitalismo, e il prezzo delle batterie al litio sarebbe destinato ad aumentare. Allora la forza del vento potrebbe essere utilizzata nella maniera migliore usando la forza delle onde generate dal vento, ma le centrali elettriche a onde marine comportano devastanti interventi sulle coste.

Produzione di BiocarburantiLa principale funzione che il Sole sa svolgere bene è la ”fabbricazione” di biomassa vegetale con la fotosintesi clorofilliana, che porta via anidride carbonica dall’atmosfera, e dalla biomassa vegetale è possibile ottenere sia combustibili solidi, sia combustibili liquidi come l’alcol etilico o il biodiesel da usare come carburanti per autoveicoli.

Niente vero. La produzione di alcol etilico, o bioetanolo, dagli amidi di cereali, alimenti indispensabili per gli esseri umani e ancora di più per le popolazioni povere, sottrae una grande massa di alimenti alle bocche di chi ha fame; così i poveri non avrebbero di che mangiare per permettere ai SUV dei paesi ricchi di andare a tutta velocità. Ma l’uso dell’alcol etilico come carburante libera dalla dipendenza dal petrolio e il bioetanolo può essere ottenuto da zuccheri o da materiali lignocellulosici e scarti della lavorazione del legno. Anche in questo modo si incentiverebbe la piantagione di piante da zucchero o alberi a rapida crescita che alterano molti ecosistemi naturali e impoveriscono la biodiversità.

Invece di alcol carburante si possono usare biocarburanti ottenuti dai grassi, il biodiesel. No, non si devono usare grassi da trasformare in biodiesel perché i grassi sono prodotti in monocolture che sottrarrebbero terreno alle coltivazioni di piante alimentari. Conti accurati mostrano che la quantità di energia impiegata nelle varie operazioni di produzione dei biocarburanti è inferiore, talvolta molto inferiore, a quella che i biocarburanti liberano nei motori a scoppio. Invece conti accurati mostrano che il consumo di energia, in parte ottenuta da combustibili fossili, per la preparazione dei terreni da coltivare a piante energetiche, per la semina, per il raccolto, la trasformazione in carburanti, per la distillazione, e lo smaltimento dei residui e sottoprodotti è molto più alta di quella che i biocarburanti liberano nei motori a scoppio. Anche se i sottoprodotti della trasformazione di prodotti agricoli e forestali in biocarburanti possono trovare utile impiego nell’alimentazione del bestiame..

Però la produzione di carburanti dalla biomassa vegetale, fatti bene i conti, contribuisce anche lei ai mutamenti climatici. Ma no, l’uso dei biocarburanti è importante per contrastare il riscaldamento globale perché essi immettono nell’atmosfera anidride carbonica e gas serra nella produzione e nella combustione, ma si tratta dell’anidride carbonica sottratta dall’atmosfera quando le materie prime si sono formate per fotosintesi.

Potrei andare avanti a lungo sugli esempi di negazionismo e revisionismo associati ai soli problemi energetici e ambientali: sembra che il revisionismo sia il grande sport del ventesimo e ventunesimo secolo applicato a molti aspetti della vita civile. Direi della vita “incivile” perché il progresso richiederebbe una grande operazione di ricerca della vera-verità anche nel campo scientifico e tecnologico e la fine del chiacchiericcio che esplode intorno ad ogni nuovo o vecchio aspetto, amplificato dai giornali, dalle televisioni e da Internet spesso disposti a credere chiunque sia in cerca di qualche visibilità con idee anche strampalate.
Io da che parte sto?
Una persona potrebbe essere indotta a credere che la verità vada cercata nella “scienza”, ma purtroppo spesso sono “scienziati” apparentemente “attendibili”, quelli che dicono una cosa e quelli che dicono il suo contrario. Stiamo vivendo in un’epoca in cui, come diceva Mao, al buio tutti i gatti sono grigi. Ci deve essere allora qualche guida che aiuta a districarsi nella selva di semi-verità e di semi-menzogne. Purtroppo la risposta non va cercata nei computers, nelle riviste o nei trattati, ma nella propria testa, nello sforzo di conoscenza e di approfondimento diretto dei fatti, nella verifica delle notizie alla luce dei valori che ciascuno porta nel proprio cuore.

E’ un valore la possibilità di muoversi e di illuminare le case e di avere un lavoro ed è un valore il diritto alla salute e ad avere cibo sufficiente e acqua pulita: la tale proposta o invenzione in quale maniera rende massima l‘accesso a ciascuno di questi diritti da parte di ciascuno e di tutti ? Chi guadagna proponendo una certa invenzione o innovazione e chi ci rimette, natura e ambiente compresi? e io da che parte sto fra chi ci guadagna e chi ci rimette?

Per maggiori informazioni sugli argomenti trattati in questo articolo

sabato 7 novembre 2009

CONSORZIO SANTA TERESA

santa teresa piccolo E’ stato costituito il 23 ottobre 2009 il Consorzio Santa Teresa - Società Consortile Agricola Cooperativa.

Il Consorzio ha come mission principale la partecipazione ai pubblici appalti e, come ricorderete, questo tipo di consorzio permette, in caso di vincita di una gara, di affidare i lavori, totalmente, ai soci.

Il Consorzio è immediatamente operativo attraverso l’utilizzo dello strumento dell’avvalimento, per cui le nostre strutture abilitate con la SOA potranno garantire il Consorzio Santa Teresa fino a che questa non avrà conseguito autonome certificazioni.

Il consorzio è stato costituito quindi come Consorzio di Società cooperative in forma di Società Cooperativa a responsabilità limitata avente per oggetto sociale esclusivo le attività di lavoro agricolo di cui all’art. 2135 del codice civile e potrà esercitare tutte le attività agricole, connesse ed equiparate previste dai Decreti Legislativi n. 227 e 228 del 18/05/2001 e successive integrazioni e modificazioni, nessuna esclusa. In tal modo potrà applicare anche tutte le normative per l’affidamento di lavori e servizi riservate alle cooperative agricole e forestali di cui alle leggi Art. 17 - L.97/1994, Art. 15 - Decreto Leg.vo 228/2001 e Art. 2 - comma 134 - L. 244/2007 (Legge finanziaria 2008) e successive modifiche ed integrazioni nonché altre normative similari, avendo anche sede legale in area montana in Farindola (PE).

Soci fondatori del Consorzio sono stati CO.L.A.FOR., A.C.F., Verde Abruzzo e Dendron. Le cariche sociali sono: Marianna Corvetto (Presidente), Andrea Trancanella, Angelo Fiordigigli, Gabriele Marini e Gasper Rino Talucci (Consiglieri).

Si ricorda che, per rispettare le normativa sugli appalti, possono essere soci di questo Consorzio esclusivamente COOPERATIVE, con esclusione di soci in altre forme societarie.

Tutte le informazioni sul consorzio sono reperibili sul sito internet: www.consorziosantateresa.com

Un miliardo di euro contro il dissesto idrogeologico

environment_plant Il Cipe ha assegnato un miliardo di euro al Ministero dell'Ambiente, atto che renderà possibile immediate azioni contro il dissesto idrogeologico.
''I fondi - ha infatti spiegato il ministro Stefania Prestigiacomo - saranno utilizzati per avviare un piano straordinario di interventi per le emergenze nazionali in questa direzione operativa”.
In proposito il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, ha ricordato la grande iniziativa (annunciata proprio al ministro Prestigiacomo durante l’incontro sul tema “Ambiente e Agricoltura” organizzato a Palazzo Della Valle il 15 ottobre scorso) che vedrà impegnata tutta l’organizzazione agricola su scala nazionale. Un milione d’alberi: una foresta di 5000 ettari che Confagricoltura farà nascere per inchiodare il suolo dove ce n’è bisogno, per coprire di verde le colline franate, per ridar vita ai terreni improduttivi.
“La forte alleanza avviata tra ministero dell’Ambiente e Confagricoltura può portare risultati proficui”, ha detto in quell’occasione Stefania Prestigiacomo, sottoscrivendo la richiesta del presidente Vecchioni che anche il mondo imprenditoriale agricolo possa entrare nel “Patto per l’ambiente” sottoscritto dal ministero con i privati”.
“Noi imprenditori agricoli - ha sottolineato Vecchioni - vogliamo riprenderci la responsabilità dell’ambiente e poiché siamo gente concreta diamo la misura del nostro impegno con un milione di alberi per l’Italia. Una foresta che andrà ad aggiungersi a quelle già esistenti, che coprono il 34% della superficie nazionale ed assorbono oltre 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno. Un patrimonio di bellezza e salute gestito per il 63% dalle nostre aziende agricole”.

mercoledì 4 novembre 2009

Fonti rinnovabili, online Sportello Energia

Fonti rinnovabili, online Sportello Energia

La Regione Toscana ha messo a disposizione degli utenti uno "Sportello Energia" online, che li aiuterà ad orientarsi tra le opportunità e i finanziamenti relativi alle fonti rinnovabili

Risponde alla crescente domanda delle imprese - oltre che di cittadine e PAL - su come utilizzare in maniera produttiva le fonti rinnovabili, la Regione Toscana, attivando in Rete uno "Sportello energia online" articolato in tre distinte aree a seconda della tipologia di utenti.

Sono tredici i temi trattati in altrettante "librerie": Il piano energetico, Documenti, Leggi e sentenze, Notizie, Rassegna stampa, Fonti rinnovabili, Dalla Toscana, Dall'Italia e dall'estero, Da Kyoto a Copenaghen, Dal mondo della ricerca, Agenda, Link, Filo diretto, Multimedia.

Il tutto racchiuso in 1.200 pagine e 200 link ad altri siti utili per tenersi aggiornati sull'evoluzione di uno dei settori "più strategici per un futuro eco-efficiente e ambientalmente compatibile".

Il comparto industriale della produzione di energia da fonti rinnovabili, con il fotovoltaico e l'energia elettrica dal sole, è uno dei pochi a non accusare i forti influssi della crisi, tanto da fare registrare, proprio nella Regione Toscana una crescita del +614%. Ma il trend si sta replicando in tutta Italia, come ad esempio anche in Lazio.

Il nuovo sportello online si pone l'obiettivo di incentivare gli investimenti nella nascente economia verde, unitamente ai finanziamenti regionali nel campo delle energie rinnovabili.

Al fine di fornire un servizio flessibile e interattivo, è stato attivata anche una casella di posta elettronica (sportello.energia@regione.toscana.it) alla quale imprese, cittadini e pubbliche amministrazioni si potranno rivolgere per esprimere dubbi, avanzare richieste di chiarimenti e per fare esaminare proposte.

Quelle foreste uccise dai mutamenti climatici

Una ricerca internazionale segnala almeno 88 casi di boschi spariti dal 1970 a oggi: colpa dell'aumento della temperatura e della siccità. Il quadro globale e la situazione italiana

di JACOPO PASOTTI da Repubblica.it

Coprono il 30% dei continenti, sono un simbolo di resistenza e longevità. Ma l'immagine che abbiamo delle foreste potrebbe essere troppo ottimistica. Un gruppo internazionale di 20 scienziati ha documentato la morte di intere foreste in ogni continente, ed ha confrontato le circostanze di questi eventi con il cambiamento climatico. Lo studio dimostra che il riscaldamento globale può causare stragi di boschi e foreste un po' ovunque, con conseguenze per l'ambiente (e l'economia) ancora tutte da capire. A dirigere il lavoro, pubblicato sulla rivista Forest Ecology and Management, è stato Craig Allen del servizio geologico statunitense (USGS).
Lo scenario globale. Allen e il team di ecologi e botanici presentano 88 casi ben documentati di foreste decimate dal 1970 ad oggi, dalla savana africana alle giungle tropicali del Borneo, a ogni latitudine. Tutti eventi causati da stress climatico, destinato in molti casi ad intensificarsi.
La lista è lunga: ci sono 0,5 milioni di ettari di pino rosso cinese scomparsi in pochi anni di siccità. E poi 5000 ettari di boschi di faggio australe spariti tra il 1984 ed il 1987 in Nuova Zelanda. O le foreste di miombo, nella savana dello Zimbawe: 500mila ettari decimati da siccità eccezionali all'inizio degli anni Novanta.
Morie legate al clima che inaridisce il terreno, quindi, ma favorisce anche il proliferare di alcuni parassiti. È il caso per esempio dei 56mila ettari di boschi di conifere uccisi da voraci coleotteri tra il 1986 ed il 1992 in California. A cavallo di questi animali, tra l'altro, le infezioni passano da un albero all'altro accelerandone il deperimento. Lo stesso vale per i 2 milioni di ettari di foreste boreali che coprono la Siberia da un capo all'altro, uccise dalla temperatura e dai coleotteri in due aridi estati, tra il 2004 e il 2006. Una perdita non da poco, se si considera che sono scomparsi 208 milioni di metri cubi di legname.

Lo scenario in Italia. Lo studio non trascura il territorio italiano, coperto per il 35% di boschi. Una percentuale che cresce, visto l'abbandono delle aree montane. Ma che non mette al riparo da un clima più irrequieto, avvertono gli esperti. Come Piergiorgio Terzuolo, dell'Istituto per le Piante da Legno e l'Ambiente in Piemonte, che segue da anni il deperimento dei 90 mila ettari di quercete e carpinete piemontesi. Gli "ultimi relitti di boschi primigeni" stanno lentamente scomparendo, stremati dal clima e poi aggrediti da funghi e parassiti. Lo studio diretto da Allen cita invece episodi di moria di boschi di pino silvestre in Tirolo e Valle d'Aosta, anch'essi indeboliti lungo tutto l'arco alpino.
Un antipasto di quello che ci aspetta in futuro, insomma, infatti già nel 2007 i dipartimenti di botanica delle università italiane avevano consegnato al ministero per l'Ambiente una lista di 21 foreste minacciate dal cambiamento climatico. Dalle pecciete della Valle d'Aosta, alle sugherete e le lecciete di Sardegna e Sicilia, gli alberi pativano un clima sempre più asciutto. Gli esperti italiani avevano esaminato i dati di 400 stazioni meteo e avevano avvertito che un bosco su tre soffriva già l'aumento della temperatura, mentre l'80% sopravviveva a stento in un terreno inaridito.
Una fissazione o un dato reale? Allen e colleghi spiegano di essere all'inizio di uno studio che dovrà per forza andare avanti e allargarsi. "Le ricerche che mettono in luce il legame tra aumento della siccità ed il recente riscaldamento globale crescono di anno in anno", dicono. Ed avvertono che se il legame con il clima verrà confermato, il male potrebbe espandersi fino a diventare cronico. Gli alberi trattengono nel loro legno molta più anidride carbonica dell'atmosfera, dice Allen, e ogni foresta abbattuta rimette in circolo il gas serra, rendendo ancora più in salita la corsa alla riduzione delle emissioni.
Certo, si può sempre sperare che gli alberi migrino in altre regioni. Il problema, spiega Allen, è che "molti semi non riescono a seguire il peregrinare del clima. E poi un albero impiega decenni, se non secoli, per diventare adulto, mentre il clima può uccidere una pianta bicentenaria in un paio di anni."

lunedì 2 novembre 2009

Lazio: nuovo bando per il microcredito regionale

Lazio: nuovo bando per il microcredito regionale

La Regione Lazio, con il supporto operativo di Supporto Lazio, ha aperto il nuovo bando per l'accesso al microcredito regionale, iniziativa ideata per sostenere lavoratori e imprese in difficoltà promuovendo la realizzazione di nuovi progetti imprenditoriali con prestiti a condizioni agevolate.

Le domande di microcredito avere come soggetti beneficiari microimprese costituite o costituende a elevato rischio finanziario e con oggettive difficoltà di accesso al credito ordinario.

Le risorse disponibili per l'erogazione dei finanziamenti sono 6 milioni di euro e, nel caso di contributi alle microimprese, prevedono un importo tra 5mila e 20mila euro.

Le consessioni di prestito agevolato prevedono una surata del finanziamento pari a 36/84 mesi, ed un tasso d'interesse dell'1%.

I soggetti richiedenti possono presentare domanda di finanziamento presso gli Operatori Territoriali, il cui elenco è presente anche sul portale microcredito.lazio.it.

Per ulteriori informazioni è possibile chiamare il numero verde 800 264 525.

domenica 1 novembre 2009

Ad Arezzo in mostra le Agrienergie

image Dal 6 all’8 Novembre 2009, presso il Centro Affari e Convegni di Arezzo si terrà la manifestazione fieristica Agrienergie 2009, appuntamento biennale dedicato quest’anno alle principali novità del settore delle energie rinnovabili “da e per l’agricoltura”. Ad “Agrienergie 2009” è previsto un ricco calendario di iniziative a carattere divulgativo e informativo: 3 convegni nazionali, 2 seminari e un’area forum ricca di eventi tecnici di approfondimento.

La prima iniziativa in calendario, prevista per venerdì 6 novembre mattina, è un convegno nazionale dal titolo “Programma ProBio: i risultati dei progetti interregionali per lo sviluppo delle Agrienergie”, promosso da Regione Toscana - Arsia in collaborazione con il MiPAAF nell’ambito del quale saranno esposti in particolare i risultati del progetto interregionale Woodland Energy “La filiera Legno-Energia come strumento di valorizzazione delle biomasse legnose d’origine agricola e forestale nelle regioni italiane”.

Nel pomeriggio di venerdì 6 novembre la manifestazione aretina ospiterà un convegno nazionale promosso da Legambiente dal titolo “Strategie per lo sviluppo delle filiere agroenergetiche in Italia - uso del suolo e criteri di sostenibilità”.

Nella mattinata di sabato 7 novembre, è previsto un terzo convegno nazionale dal titolo “Agrienergie, norme e incentivi: istruzioni per l’uso”, organizzato da Regione Toscana – Arsia in collaborazione con Anci (Associazione nazionale comuni italiani), Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani), Upi (Unione delle province d'Italia) e con la segreteria tecnica di Aiel (Associazione italiana energie agroforestali).
Il sabato pomeriggio sarà dedicato ad un’iniziativa seminariale promossa da Arsia in collaborazione con il Gal Garfagnana Ambiente e Sviluppo, Aiel e Arbo Toscana (Associazione regionale boscaioli) dal titolo “Le piattaforme per la gestione e commercializzazione professionale dei combustibili legnosi” - Progetto Europeo “Biomass Trade Centres”.

La domenica mattina si svolgerà il seminario “TRA.I.N.E.R. Formare nuove energie - solare fotovoltaico: istruzioni per l’uso” promosso da Cipaat Toscana.
Nell’ambito della manifestazione sarà presente anche un Area forum, con eventi tecnici di approfondimento della durata di circa 45-60 minuti relativi a progetti di eccellenza a livello nazionale in corso di attuazione da parte di istituzioni regionali/locali e di soggetti scientifici riguardanti il settore delle agrienergie.
Per ulteriori dettagli relativi alla fiera Agrienergie ed alle iniziative divulgative è possibile consultare il sito dell’ARSIA:  http://agrienergie.arsia.toscana.it