lunedì 29 novembre 2010

Promozione dei Consorzi Forestali nell'area dei Sibillini nelle Marche

Il Dott. Cesare Milani, presidente della Comunità Montana dei Monti Sibillini ha convocato un incontro dei Sindaci dei Comuni della Comunità Montana e dei Presidenti delle Comunanze agrarie per sensibilizzare gli Enti pubblici alla costituzione nell'area di realtà associative nel settore forestale.
L'incontro si svolgerà a COMUNANZA (AP) presso la sede della Comunità Montana GIOVEDI' 2 DICEMBRE 2010 alle ore 16,00.
All'incontro la Dott. For. Marina Paolucci dell'I.R.M.F. (Istituto di Ricerca e Formazione per la Montagna e la Foresta) interverrà con una presentazione su "Gestione associata, l'esperienza dei Consorzi Forestali".

venerdì 26 novembre 2010

Combattere il cambiamento climatico: il contributo positivo dell'agricoltura e della silvicoltura

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Copa-Cogeca draft Declaration for the United Nations Climate Change Conference in Cancun, December 2010

Dichiarazione per la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico  a Cancun

Combattere il cambiamento climatico: il contributo positivo dell'agricoltura e della silvicoltura

Messaggi chiave per Cancun

* Nello spirito del capitolo IX del testo di negoziato relativo a un'azione concertata a lungo termine, gli approcci settoriali cooperativi e le azioni specifiche dei vari settori agricoli potrebbero servire come riconoscimento della natura strategica del settore e condurre a un rafforzamento del rapporto fra l'agricoltura e la sicurezza alimentare, nonché del legame fra l'adattamento e la mitigazione.

* Il ruolo significativo della produzione di derrate alimentari e della sicurezza alimentare dovrebbe essere chiaramente menzionato nel testo relativo all'azione concertata a lungo termine che potrebbe essere adottata al termine della COP16.

* Un programma di lavoro internazionale sull'agricoltura condotto dall'organismo sussidiario di consulenza scientifica, tecnica e tecnologica delle Nazioni Unite (SBSTA) sarebbe estremamente utile per la promozione e la cooperazione nella ricerca, lo sviluppo, l'applicazione e la diffusione di tecnologie, pratiche e processi intesi a ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'agricoltura.

* Si possono ottenere riduzioni realistiche delle emissioni di gas a effetto serra, ottimizzando allo stesso tempo il potenziale di produzione dell'agricoltura e della silvicoltura europee attraverso una produttività accresciuta.

* La gestione sostenibile delle foreste dovrebbe essere presa in considerazione nelle politiche relative al cambiamento climatico. Le future norme internazionali di contabilizzazione andrebbero rivedute per evitare di mettere a repentaglio l'equilibrio tra i nuovi incentivi a favore della cattura del carbonio da un lato e la mobilizzazione dei prodotti del legno e della biomassa per la produzione di energie e materiali rinnovabili dall'altro. Anche questo è di primaria importanza per l'agricoltura.

* Gli sforzi degli agricoltori devono essere sostenuti da politiche eque e solide nell'UE e su scala mondiale. L'attuazione della politica in materia di cambiamento climatico non deve minacciare la solidità economica o la competitività delle attività agricole e silvicole.

Nella prospettiva della Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che si terrà nel mese di dicembre 2010 a Cancun, il Copa-Cogeca, che rappresenta gli agricoltori, i silvicoltori e le cooperative agricole d'Europa, ritiene che la 16a Conferenza delle Parti (COP16) debba proseguire sulla via tracciata dall'accordo di Copenaghen nel 2009.

Sfide mondiali

1. L'agricoltura e la silvicoltura rivestono un'importanza economica e strategica mondiale e svolgono un ruolo centrale per far fronte alle sfide di oggi e di domani. L'aumento della domanda di prodotti alimentari, di materie prime ed energie rinnovabili, associato ai cambiamenti climatici e alla crescente volatilità dei mercati, determina che la sicurezza alimentare non può più essere considerata come qualcosa di acquisito. Questo dovrà costituire una priorità politica per i governi di tutto il mondo. In aggiunta, alcuni terreni vengono ritirati dalla produzione agricola in seguito alle maggiori pressioni volte a utilizzare dei terreni per rispondere alle esigenze crescenti delle aree urbane e del trasporto. I cambiamenti climatici, assieme alla sicurezza alimentare ed energetica, andrebbero considerati le forze convergenti di una produzione agricola e silvicola sostenibile.

2. Occorre prendere in considerazione l'impatto del cambiamento climatico sulla produzione alimentare mondiale all'atto dell'elaborazione della politica europea e internazionale sui cambiamenti climatici. Le esigenze e le azioni supplementari per lottare contro i cambiamenti climatici richiederanno una comunità agricola forte ed efficiente nelle zone rurali.

3. Gli agricoltori hanno già contribuito in maniera significativa alla riduzione dell'impatto delle loro attività sul clima poiché le emissioni di gas a effetto serra provenienti dall'agricoltura sono diminuite del 20% tra il 1990 e il 2006 (EU-27). Inoltre, le foreste europee assorbono 0,5 Gt di CO2/anno, ovvero il 10% del totale delle emissioni annuali di gas a effetto serra dell'industria nell'UE-27. In una certa misure, tali risultati sono stati sostenuti grazie all'impegno assunto dagli agricoltori, alle riforme della PAC e all'applicazione armonizzata di una legislazione europea sull'ambiente. Inoltre, l'agricoltura e la silvicoltura contribuiscono in maniera significativa al ciclo del carbonio e, attraverso la mobilizzazione dei prodotti del legno e della biomassa, dispongono di un forte potenziale di riduzione delle emissioni di CO2 derivanti dai combustibili fossili e dai materiali non rinnovabili.

Far fronte in prima linea all'impatto del cambiamento climatico

4. L'agricoltura e la silvicoltura sono le prime ad essere colpite dal cambiamento climatico. Anche se gli agricoltori e i silvicoltori sono abituati ad adeguare le loro pratiche a condizioni in graduale mutamento, l'entità e le ripercussioni dei fenomeni climatici futuri (gelate precoci o tardive, variazioni stagionali più marcate, precipitazioni interstagionali e interannuali, inondazioni, siccità, propagazione di specie invasive, ecc.) avranno un maggiore effetto sulle loro attività che in altri settori dell'economia e comprometteranno la loro capacità di adattamento.

5. Le emissioni agricole hanno un profilo unico rispetto a quelle provenienti da altri settori. Il profilo dell'agricoltura in termini di emissioni di gas a effetto serra è fondamentalmente diverso da quello di altri settori, come quello industriale, domestico e dei trasporti, poiché è largamente composto da gas non CO2 gas derivanti da processi naturali e biologici: il metano (fermentazione enterica dei ruminanti) e il protossido d’azoto (l'applicazione di fertilizzanti organici e inorganici sul suolo). La natura biologica inerentemente variabile delle emissioni agricole non deve pertanto essere trascurata all'atto della selezione di opzioni di mitigazione appropriate. Gli agricoltori non devono inoltre essere penalizzati per le emissioni derivanti da processi naturali che non sono collegati alle pratiche di gestione, come un'emissione supplementare di carbonio proveniente dal suolo imputabile a un aumento delle temperature che moltiplica le probabilità di siccità e di carenze idriche.

Cogliere le sinergie fra l'adattamento al cambiamento climatico, la mitigazione delle emissioni di gas a effetto serra e la produttività agricola

6. La natura stessa dell'agricoltura e della silvicoltura fa sì che, in molti casi, si possono trattare simultaneamente le tematiche della mitigazione e dell'adattamento.

- Grazie al ciclo del carbonio, l'agricoltura e la silvicoltura sono i soli settori economici capaci di catturare il carbonio nel suolo e nella biomassa anche durante i loro processi produttivi, che sono intrinsecamente legati alla preservazione della biodiversità, a un miglioramento dello stoccaggio dell'acqua e alla prevenzione degli incendi, delle inondazioni e dell'erosione. Analogamente, l'agrosilvicoltura, che collega le attività agricole e forestali, possiede un potenziale di sviluppo in numerose regioni dell'UE e può anche contribuire a catturare una maggiore quantità di carbonio, rappresentando così una maniera di adeguarsi al cambiamento climatico (ad esempio, siccità, tempeste).

- L'agricoltura e la silvicoltura possono produrre biomassa quale fonte di energia a basso contenuto di carbonio. Delle riduzioni settoriali nelle emissioni di gas a effetto serra sono possibili attraverso un maggior utilizzo delle colture energetiche, dei residui organici e degli effluenti per la produzione di biocarburanti e di biogas per il riscaldamento e l'elettricità. Esistono inoltre altri servizi connessi con le energie rinnovabili nel settore agricolo (per esempio, gli impianti di energia eolica e di energia solare a livello dell'azienda) che contribuiscono anche a ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche fossili e a migliorare la resilienza globale delle aziende agricole.

- Inoltre, anche l'uso crescente di prodotti di base dell'agricoltura e della silvicoltura per la produzione di materiali industriali può contribuire a ridurre il fabbisogno di prodotti di origine petrolchimica, come i polimeri e le fibre. Essi, assieme ai prodotti legnosi raccolti, possono svolgere un ruolo importante per sostituire i materiali industriali ad alta intensità energetica, ad esempio nell'edilizia. Questi mercati offrono grandi opportunità di diversificazione dei sistemi di produzione agricola e degli ecosistemi agricoli.

- Il settore agricolo s'impegna a migliorare la sua efficienza nell'utilizzo delle risorse, massimizzando nel contempo la sua capacità produttiva. Per esempio, ulteriori progressi in termini di efficienza energetica dei fabbricati agricoli e di gestione dei fertilizzanti e del letame attraverso un miglioramento della pianificazione e dell'applicazione potrebbero ridurre le emissioni e anche elevare la qualità dell'acqua. Analogamente, è essenziale promuovere l'utilizzo dei risultati conclusivi della ricerca per modificare le pratiche relative all'alimentazione degli animali e introdurre soluzioni innovative per i locali di stabulazione, che permettano di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di migliorare la resilienza ai futuri eventi climatici. Una maggiore efficacia nell'uso delle risorse idriche in agricoltura può inoltre facilitare l'adattamento a una riduzione della disponibilità di acqua.

7. Questi contributi significativi dell'agricoltura e della silvicoltura ai settori dell'energia, dell'industria, dell'edilizia e dei trasporti dovrebbero essere riconosciuti, anche se l'attuale politica climatica non attiribuisce loro tali vantaggi.

Fattori che ostacolano il contributo dell'agricoltura e della silvicoltura

8. Le disfunzioni del mercato e le distorsioni della concorrenza impediscono all'agricoltura e alla silvicoltura di ottimizzare il loro potenziale di adattamento e di mitigazione. L’instabilità del mercato è in aumento: durante la crisi agricola del 2009, i redditi degli agricoltori sono diminuiti in media del 12% (nell'UE-27)[1].

9. Sono indispensabili ingenti investimenti nella ricerca per colmare le lacune esistenti sul piano del potenziale di mitigazione e i costi delle varie pratiche di gestione, di modo che le opzioni più vantaggiose siano accettate e attuate a livello delle aziende agricole. Fornire consulenza e formazione professionale è fondamentale per migliorare la capacità di adattamento degli agricoltori e dei silvicoltori e per facilitare l'accesso a strumenti che utilizzino il potenziale di attenuazione delle loro attività.

10. Le incertezze concernenti le norme attuali di controllo e di contabilizzazione riguardo alla destinazione d'uso del terreno, ai cambiamenti di tale destinazione e alla silvicoltura continuano a costituire una sfida rilevante.

L'agricoltura e la silvicoltura hanno bisogno di un quadro politico orientato al futuro.

11. La capacità di adattamento autonomo a livello dell'azienda agricola è limitata nel lungo termine e il cambiamento climatico sta diventando un fattore preponderante nelle decisioni gestionali prese dagli agricoltori, dai silvicoltori e dalle cooperative agricole.

12. Di conseguenza, un quadro politico stabile e flessibile è vitale affinché si possano effettuare investimenti a lungo termine in tecnologie rispettose del clima. La priorità deve essere accordata alle opzioni "no-regret" (letteralmente "nessun pentimento) che apportino benefici sia economici che ambientali, evitando così l'insorgenza di conflitti fra i vari obiettivi.

13. Qualsiasi strategia climatica per i settori agricolo e silvicolo va elaborata con prudenza. Diverse misure tese a ridurre le emissioni di gas a effetto serra di detti settori potrebbero tradursi in un trasferimento della produzione all'esterno dell'UE. Ciò non farebbe altro che "esportare" le emissioni verso paesi terzi, limitando allo stesso tempo lo sviluppo del settore agroalimentare europeo. Tale eventualità metterebbe a repentaglio i posti di lavoro di milioni di agricoltori, così come la competitività delle loro cooperative.


[1] Eurostat

Enea: Atlante delle biomasse


Biomasse

È finalmente on line il primo Atlante delle biomasse, elaborato dall'ENEA e recentemente presentato a Taranto nel corso del convegno "Dal Telerilevamento al Geo-Spatial Intelligence".

Il database del censimento del potenziale energetico delle biomasse nasce nel 2008 da un accordo di programma tra l'ENEA e il Ministero dello Sviluppo Economico, cui hanno partecipato diversi enti di ricerca, allo scopo di creare uno strumento di supporto alle decisioni per le scelte agronomiche, l'installazione e la logistica degli impianti a biomassa, e alla pianificazione e monitoraggio degli obiettivi Europei e nazionali di politica energetica.
Per analizzare i dati numerici e da telerilevamento è stato utilizzato un software GIS (Geographical Information System) che permette vari gradi di elaborazione e visualizzazione dei risultati.
L'atlante è costituito da 7 geodatabase della biomassa annua potenzialmente disponibile a livello provinciale sul territorio italiano, suddiviso per categorie e tipologie: biomassa agricola (paglie, potature, lolla di riso, gusci di frutta, vinacce e sanse); biomassa forestale (legno latifoglie, conifere, arboricoltura); colture energetiche (sorgo, miscanto, cardo, panico, arundo); biogas allevamenti suini; biogas allevamenti bovini; biogas da FORSU (frazione organica rifiuti solidi urbani); biogas da scarti di macellazione.
I dati sulla disponibilità della biomassa forestale sono stati ricavati da telerilevamenti satellitari, come pure l'uso del suolo e gli elementi cartografici e infrastrutturali.
L'atlante contiene inoltre tutti gli elementi della moderna cartografia elettronica: vie di comunicazione, aree protette, zone urbane, immagini satellitari.

Scarica il >> database

Macchine e attrezzature agricole, requisiti di sicurezza

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Le macchine e attrezzature agricole rappresentano un serio problema per il datore di lavoro dell’azienda agricola, in particolar modo se queste non sono conformi e necessitano di adeguamento.

E’ suo dovere intraprendere iniziative finalizzate a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, attivando iniziative volte alla formazione degli addetti e alla promozione di una cultura della sicurezza.

La formazione, accompagnata da specifiche competenze con l’adeguatezza degli strumenti di lavoro, sia macchine che attrezzature, possono assicurare gradi sempre più elevati di sicurezza sul lavoro. Il datore di lavoro deve elaborare ed analizzare tutti i problemi legati allo svolgimento dell’attività lavorativa e - se la sua competenza non è sufficiente - deve rivolgersi a chi, con professionalità, può supportarlo nel monitorare la sicurezza della propria azienda.

La 'pesantezza' degli adempimenti nasce dalla necessità di contenere gli oneri economici per la collettività derivanti da incidenti, questo aspetto è comunque secondario rispetto all’obbligo di salvaguardare e tutelare la sicurezza e la salute dei lavorati, che sono stati affidati ad un qualsiasi datore di lavoro.
Per questi motivi gli organi preposti ai controlli, spesso fanno ricorso a deterrenti sanzionatori molto pesanti, appunto per scoraggiare qualsiasi intenzione di superficialità nel gestire la sicurezza aziendale.

Iniziamo con trarre informazioni dalla check list degli ispettori della prevenzione su quelli che sono i più importanti requisiti di sicurezza di alcune macchine e attrezzature.

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Rubrica dedicata alla sicurezza sul lavoro in agricolturaAlfonso Germinario

Sicurezza sul lavoro in agricoltura

alfonso.germinario@agronotizie.it

Global Forest Registry

È stato ufficializzato nei giorni scorsi il lancio della versione 2, aggiornata e potenziata, del Global Forest Registry, strumento di supporto alle organizzazioni che intendano condurre un'analisi del rischio sui propri acquisti di prodotti forestali non certificati. In particolare, il Registro rappresenta un utile elemento operativo a vantaggio delle aziende che vogliano condurre verifiche secondo i requisiti dello standard FSC sul Legno Controllato (FSC-STD-40-005). A tale fine le informazioni disponibili nel Registro possono essere utilizzate come guida, mentre solamente le indicazioni approvate da FSC (e chiaramente indicate come tali) possono essere adottate in via definitiva per gli scopi della certificazione.
Lo strumento, sviluppato da FSC, NEPCon e Rainforest Alliance, copre attualmente più di 150 paesi in tutto il mondo.

Per consultare il Global Forest Registry: www.globalforestregistry.org.

giovedì 25 novembre 2010

La produzione di biomasse legnose a scopo energetico - Approfondimenti di filiera

Pubblicazione realizzata da Veneto Agricoltura nell’ambito del Progetto “Alpenergywood” - Programma Interreg III B Spazio Alpino, il quale è stato finanziato per il 50% dallo Stato Italiano e per il 50% dall’Unione Europea.
Intorno alla filiera del legno-energia in particolare sta crescendo un grande interesse sia a livello di potenziali produttori di materia prima, sia nel mondo del contoterzismo, sia in quello dell’imprenditoria di filiera, con la nascita sul territorio di società ESCo (Energy Saving Company) che vedono nel comparto una scommessa dal futuro interessante.
Ancora poche sono inoltre le esperienze significative in materia, anche in ragione della scomparsa dei boschi e delle siepi dalle nostre campagne, e dello scarso interesse che rivestono in ambito montano gli assortimenti di legname di scarto o comunque legati alle filiere energetiche, fatta parzialmente eccezione per la legna in pezzi.
Questa pubblicazione, quasi un “libro mastro di cantiere”, lungi dal voler esaurire tutto l’argomento in questione, vuole fornire agli interessati quante più informazioni possibili relativamente alle realtà praticabili nelle aree agricole della pianura veneta, facendo sintesi di diversi anni di esperienza sul campo effettuata all’interno di vari progetti.

Link alla pubblicazione: http://www.venetoagricoltura.org/basic.php?ID=2070.

lunedì 22 novembre 2010

Consorzio Forestale Alto Sangro - Avviso d'asta per la vendita di mc 1.116 di legna di faggio in piedi in comune di Rocca Pia (AQ)

AVVISO D’ASTA PER LA VENDITA A CORPO DEL LOTTO BOSCHIVO ASSEGNATO AL TAGLIO NELLA PARTICELLA ASSESTAMENTALE N° 12 UBICATE NELLE LOC.”CHIARANO”, PER UNA MASSA LEGNOSA STIMATA DI CIRCA 1.116 MC, PARI A CIRCA 11.164 Q.LI (STATO FRESCO), IN TERRITORIO E DI PROPRIETA’ DEL COMUNE DI ROCCA PIA (L’AQUILA)

Allegati (1)
  • AVVISO ASTA rocca pia part 12 PA bosco in piedi rev22nov10.pdf 402 k Visualizza Scarica

mercoledì 17 novembre 2010

TABELLE PAGA OPERAI FORESTALI

Su richiesta di alcune aziende interessate pubblichiamo le tabelle paga degli operai forestali attualmente in vigore, ricordando che sono in corso di svolgimento le trattative per il rinnovo del CCNL.

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Che fate là compagni, tra le verdi foreste?

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  Che fate là compagni, tra le verdi foreste?

E Gamelyn rispose, senza guardare a terra:
– Deve battere i boschi chi non può entrare in paese.
Tra i verdi boschi non abbiamo leggi
né conosciam la fame.
Tranquilli e lieti abbiamo un cervo a pranzo,
quando viene l'estate.
Quando torna l'inverno e piogge e venti
porta, con nevi e gelo,
tornate incappucciati e accanto al fuoco
lieti mangiate.


(La Freccia Nera, di Robert Louis Stevenson)

martedì 16 novembre 2010

La motosega, componenti e consigli di gestione

motosega.jpgSicurezza sul lavoro - Considerate le sue caratteristiche di elevata potenzialità offensiva è d'obbligo l'equipaggiamento protettivo

Le motoseghe portatili sono le macchine agricole più versatili, nel senso che, essendo di piccole dimensioni, possono essere utilizzate dall’operatore in molteplici circostanze. La macchina è azionata da un motore a scoppio o da un motore elettrico, sostenuta manualmente dall’operatore, è utilizzata per effettuare il taglio del legno.

Queste macchine hanno sostituito le accette e le seghe manuali nelle operazioni di abbattimento degli alberi e nelle medie/grosse potature. In alcuni casi, avendo un peso ridotto, sono utilizzate anche con una sola mano, se in modalità impropria, con potenziali conseguenze nefaste, se non si è un “professionista” ben formato ed informato e magari con alle spalle una collaudata esperienza.

E’ buona norma, prima dell’uso della macchina, dare una attenta lettura al manuale operativo per apprendere le funzionalità, le modalità di sicurezza e i limiti di utilizzo e dunque scoprire tutte le parti che compongono la motosega, con le relative protezioni e le caratteristiche di funzionamento.

Componenti essenziali della motosega sono:
1) Impugnatura posteriore
2) Dispositivo di bloccaggio comando dell’acceleratore
3) Comando dell’acceleratore
4) Impugnatura anteriore
5) Protezione dell’impugnatura anteriore
6) Copribarra
7) Barra
8) Arpione di abbattimento
9) Perno ferma catena
10) Dispositivo di arresto del motore
11) Punto di attacco.

I rischi connessi all’utilizzo della macchina:
– contatto con la catena in movimento;
– rottura della catena;
– contraccolpo (impuntatura) per eccesso d’attrito o taglio mal eseguito;
– proiezione di materiali inerti (schegge o parti della corteccia, o parti della macchina) contro l’operatore;
– cadute dall’alto dell’operatore e della motosega;
– scivolate e inciampate dell’operatore;
– contatto traumatico con parti del fusto, o con rami in tensione improvvisamente liberati;
– contatto con il tubo di scarico o altre parti surriscaldate;
– elettrico per contatto con parti ad alta tensione;
– incendio ed esplosione;
– esposizione a rumore eccessivo;
– esposizione a vibrazioni;
– contatto o inalazione di fluidi, gas, vapori e polveri;
– disergonomia per posizioni scomode.

Per il buon funzionamento della motosega è opportuno seguire i consigli di gestione e manutenzione riportate dai manuali forniti dall’Ispesl:
Giornalmente
1. Controllare il funzionamento del comando dell’acceleratore e il relativo fermo.
2. Controllare che il nottolino salva-catena sia integro. Sostituirlo se necessario.
3. Pulire il filtro dell’aria. Sostituirlo se necessario.
4. Girare la lama per ottenere un’usura uniforme. Controllare che il foro per la lubrificazione della
lama sia libero. Pulire la guida della catena. Lubrificare la ruota di rinvio terminale della lama.
5. Controllare che lama e catena siano sufficientemente lubrificate.
6. Affilare la catena e controllarne lo stato e la tensione. Controllare che la ruota motrice della catena non sia particolarmente consumata, sostituirla se necessario.
7. Controllare il dispositivo di avviamento e la cordicella, pulire esternamente la presa dell’aria.
8. Controllare che dadi e viti siano ben serrati.
9. Controllare che l’interruttore di arresto funzioni.

Settimanalmente
1. Controllare l’integrità degli smorzatori delle vibrazioni.
2. Ingrassare il cuscinetto della frizione
3. Limare eventuali irregolarità sui lati della lama.
4. Pulire la candela e controllare che l’elettrodo abbia una distanza di 0,5 mm.
5. Controllare il dispositivo di avviamento e la molla di ritorno. Pulire le alette sul volano.
6. Pulire le flange sulla testata del cilindro.
7. Pulire la marmitta.
8. Pulire il carburatore.
9. Riserrare le viti della marmitta.

Mensilmente
1. Controllare la fascia del freno della catena, tenendo conto dell’usura.
2. Controllare il centro, la molla e il tamburo della frizione.
3. Pulire esternamente il carburatore.
4. Controllare il filtro del carburante e il tubo di alimentazione e sostituirli se necessario.
5. Pulire internamente il serbatoio del carburante.
6. Pulire internamente il serbatoio dell’olio.
7. Controllare tutti i cavi e i collegamenti.
8. Sostituire la candela.
9. Sostituire il filtro dell’aria.

La motosega è stata progettata per essere utilizzata da un solo operatore, è importante allontanare le altre persone durante le operazioni di taglio.
L’operatore della motosega deve essere nel pieno delle sue condizioni psico-fisiche, non deve usare la macchina dopo l’assunzione di alcol o altre sostanze che pregiudicano la prontezza dei riflessi.

Nell'uso della motosega, considerate le sue caratteristiche di elevata potenzialità offensiva verso l'utilizzatore, è d'obbligo l’equipaggiamento con i dispositivi di protezione individuale: guanti, casco con visiera e cuffie, scarpe antiscivolo e pantaloni antitaglio, devono sempre essere utilizzati correttamente e mantenuti in piena efficienza.

Incidente con motosega
Descrizione della dinamica e relativi fattori
L’infortunato al momento dell’evento si trovava da solo su un ramo di notevole spessore di un albero di noce, intento a tagliare con la motosega il ramo stesso. Si trovava vicino al tronco e tagliava il ramo ad una distanza di ca 50 cm dal suo appoggio. Improvvisamente, dopo aver tagliato il ramo, ha perso l’equilibrio ed è caduto a terra da un’altezza di circa m 3,90 su un fondo di cemento misto a terreno. Il colpo è stato fatale per a causa della frattura del cranio. L’infortunato, pur avendo a disposizione l’imbracatura per svolgere il lavoro in sicurezza, non l’ha utilizzata. 

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Fonte foto: Ispesl - Istituto superiore prevenzione e sicurezza sul lavoro

Rubrica dedicata alla sicurezza sul lavoro in agricolturaAlfonso Germinario

Sicurezza sul lavoro in agricoltura

Per informazioni scrivere a:

alfonso.germinario@agronotizie.it

lunedì 8 novembre 2010

ASSEMBLEA NAZIONALE DELLE COOPERATIVE FORESTALI

LA MULTIFUNZIONALITÀ QUALE OPPORTUNITÀ PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO
Strumenti ed esperienze della cooperazione forestale

Il termine multifunzionalità illustra il nesso fondamentale tra attività di impresa, equilibrio territoriale, conservazione del paesaggio e dell’ambiente, sviluppo sociale delle  popolazioni.
La multifunzionalità è quindi non solo una possibilità di ampliamento delle attività realizzate dalle aziende esistenti, ma anche l’opportunità per lo sviluppo di forme imprenditoriali che diano risposte concrete ai servizi richiesti dalle comunità locali, soprattutto in aree montane e marginali, e dalla collettività in generale.
In tal senso lo sviluppo di forme imprenditoriali capaci di operare in un’ottica di multifunzionalità ha una valenza non solo economica, ma anche di carattere sociale e di sviluppo complessivo del territorio.
Le cooperative forestali, per il loro radicamento territoriale e per aver operato da sempre in aree difficili, sono naturalmente portate ad operare in un’ottica multifunzionale.
Ciò a partire dall’utilizzo pieno delle possibilità offerte dall’uso multifunzionale del bosco al fine di sviluppare, ad integrazione delle attività silvicolturali tradizionali e quindi di mantenimento di un patrimonio naturale inestimabile, di altre iniziative in campo turistico, culturale, energetico, di manutenzione del territorio, etc.
L’assemblea intende analizzare gli strumenti, le risorse e le opportunità che possono consentire alle imprese cooperative di svolgere al meglio tale ruolo.

ASSEMBLEA NAZIONALE DELLE COOPERATIVE FORESTALI DI FEDAGRI CONFCOOPERATIVE
VENERDI’ 12 Novembre 2010 Ore 10,00
Foresteria comunale S. Giovanni - Via S. Giovanni Battista
Barcis (PN)

Allegati (1)