giovedì 23 luglio 2009

Non si fa ancora abbastanza per difendere la biodiversità in Europa

Non si fa ancora abbastanza per difendere la biodiversità in Europa

La Commissione ha pubblicato il 13/07/2009 una relazione sullo stato di conservazione di oltre 1 150 specie e 200 tipi di habitat protetti dalla legislazione comunitaria. Solo una percentuale ridotta di questi habitat e specie vulnerabili ha raggiunto uno stato di conservazione definibile come buono e gli Stati membri dovranno incrementare il proprio impegno per migliorare la situazione. La relazione, riferita al periodo 2001-2006, è l'indagine più completa mai effettuata sulla biodiversità nell'UE e rappresenta un punto di riferimento prezioso per rilevare le tendenze future.

Gli habitat erbosi, le zone umide e gli habitat costieri sono quelli che subiscono le pressioni maggiori, soprattutto a seguito del declino dei modelli agricoli tradizionali, dello sviluppo turistico e dei cambiamenti climatici. Il quadro non è però negativo ovunque e alcune delle specie più grandi ed emblematiche, come il lupo, la lince eurasiatica, il castoro e la lontra, stanno cominciando a ricolonizzare una parte della loro area di distribuzione tradizionale. Molti Stati membri hanno investito somme ingenti per il monitoraggio e nonostante alcune carenze l'esercizio di comunicazione dei dati è stato un grande successo.

Il Commissario UE all'ambiente, Stavros Dimas, ha dichiarato: "Ci siamo impegnati ad arrestare la perdita di biodiversità in Europa e la relazione odierna non lascia spazio a manifestazioni di compiacimento. Riportare gli habitat e le specie vulnerabili ad un buono stato di conservazione richiede tempo e molto impegno. La legislazione UE sulla natura e la rete Natura 2000 sono gli elementi principali per realizzare i nostri obiettivi di tutela della biodiversità nell'UE. Ora che la parte terrestre della rete è quasi ultimata, possiamo attenderci notevoli miglioramenti nei prossimi 10 o 20 anni.".

"In Europa la biodiversità sta subendo forti pressioni e corre gravi rischi. Anche se non si riuscisse ad arrestare la perdita di biodiversità in Europa entro il 2020, si stanno comunque ottenendo dei risultati. Come ha dichiarato il Commissario Dimas di recente ad Atene, l'obiettivo post-2010 deve essere ambizioso, quantificabile e chiaro. È importante continuare a puntare l'attenzione sul valore intrinseco della biodiversità, riconoscendo allo stesso tempo l'importanza di garantire lo stato di salute e la resilienza degli ecosistemi e dei servizi che essi forniscono"; così si è espressa Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell'Agenzia europea dell'ambiente.

Successi importanti, ma limitati

La relazione riguarda 216 tipi di habitat e contiene informazioni su 1 182 specie circa. Anche se il messaggio generale che si può ricavare evidenzia il mancato raggiungimento di un buono stato di conservazione per molte specie e tipi di habitat, ci sono alcuni segnali che indicano che le misure di protezione cominciano ad avere degli effetti e che alcuni tipi di habitat e alcune specie stanno iniziando a recuperare. Per esempio, specie come l'orso bruno, il lupo e il castoro sono in fase di recupero e si stanno reinsediando in molte zone. Ciò significa che hanno trovato gli habitat adatti e che le pressioni negative come la caccia e l'inquinamento sono state ridotte.

Terreni erbosi, zone umide e coste sono particolarmente a rischio

Lo stato generale dei terreni erbosi, delle zone umide e degli habitat costieri è particolarmente scadente. I terreni erbosi sono essenzialmente associati a modelli agricoli tradizionali, che stanno scomparendo in tutta l'UE. Lo stato di conservazione di tutti i tipi di habitat associati ad attività agricole è molto peggiore di quello degli altri tipi di habitat: solo il 7% delle valutazioni dello stato di conservazione ha avuto esito soddisfacente, rispetto al 21% degli habitat "non

agricoli". Questo risultato è dovuto al passaggio a un modello di agricoltura più intensivo, all'abbandono delle terre e ad una scarsa gestione del suolo. Le zone umide vengono convertite ad altri usi e subiscono anche gli effetti dei cambiamenti climatici perché si tratta di habitat associati ai ghiacciai di montagna. Gli habitat costieri, infine, subiscono la pressione sempre più forte del turismo.

Carenza di informazioni

Nel complesso, lo stato di conservazione del 13% circa degli habitat regionali e del 27% delle specie regionali è stato ritenuto "sconosciuto". Questa classificazione è stata usata molto per le specie dell'Europa meridionale; in particolare, a Cipro, in Grecia, in Spagna e in Portogallo oltre il 50% delle specie presenti nei rispettivi territori presentava uno stato di conservazione "sconosciuto".

L'ambiente marino è particolarmente problematico: basti pensare che lo stato di conservazione del 57% delle specie marine e di circa il 40% degli habitat marini è classificato come "sconosciuto".

Contesto: la relazione a norma dell'articolo 17

L'articolo 17 della direttiva Habitat impone agli Stati membri di presentare ogni sei anni informazioni sull'attuazione. Per il periodo 2001-2006 le relazioni contenevano, per la prima volta, la valutazione dello stato di conservazione delle specie e degli habitat disciplinati dalla direttiva e presenti nel territorio di ciascun paese. L'Agenzia europea dell'ambiente si è basata sulle relazioni per elaborare una valutazione integrata per ogni regione biogeografica, specie e habitat. La Commissione ha successivamente attinto alle valutazioni per redigere la relazione globale prevista dalla direttiva.

La direttiva Habitat

L'ambiente naturale europeo è tutelato da due normative principali: la direttiva sugli uccelli selvatici e la direttiva sugli habitat. Quest'ultima impone agli Stati membri di mantenere un certo numero di tipi di habitat e di specie designati in uno stato di conservazione soddisfacente in determinati siti concordati con la Commissione. Con i siti designati nell'ambito della direttiva Uccelli selvatici, questi vanno a far parte della rete Natura 2000, la rete ecologica più vasta al mondo. Nell'ambito della direttiva Habitat sono stati designati quasi 22 000 siti, pari al 13,3% del territorio dell'UE. Nel complesso la rete Natura 2000 contiene più di 25 000 siti (totale dei siti designati dalla direttiva Uccelli selvatici e Habitat) e occupa il 17% circa del territorio dell'UE.

Per approfondire

Le politiche europee sulla biodiversità

Sito della DG Ambiente: pagina dedicata alla biodiversità

Pagina dell'Agenzia europea dell'ambiente dedicata alla biodiversità

Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche

Direttiva 79/409/CEE del concernente la conservazione degli uccelli selvatici

Comunicazione della Commissione "Arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010 — e oltre. Sostenere i servizi ecosistemici per il benessere umano"

Sito dell'Agenzia europea dell'ambiente

Glossario di terminololgia ambientale dell'AEE

Conclusioni del Consiglio "Ambiente" del 25/6/2009

Rete Natura 2000

Carta di Siracusa sulla biodiversità

Convenzione dell'ONU sulla diversità biologica (1993) – Testo in italiano

lunedì 20 luglio 2009

Le politiche forestali nelle strategie di sviluppo rurale.

Il Quaderno rappresenta il primo lavoro di approfondimento tematico nell’ambito delle attività di ricerca svolte dall’Osservatorio Foreste dell’INEA, e ha lo scopo di fornire una prima analisi degli interventi forestali previsti per il nuovo periodo di programmazione 2007-2013 dal regolamento comunitario per lo Sviluppo Rurale 1698 del 2005. La pubblicazione rientra nell’ambito del Progetto “Osservatorio politiche strutturali” (D.M. 6827 del 17 luglio 2008).

DOWNLOAD

Quaderno n.1: Politiche Forestali e Sviluppo Rurale; situazione, prospettive e buone prassi.

Piano Strategico Nazionale per lo Sviluppo Rurale - 13 luglio 2009

 

copertina PSN

Il 13 luglio è stato notificato il Piano Strategico Nazionale (PSN) dello sviluppo rurale 2007-2013 rivisto alla luce delle nuove sfide dell'Health Check e del Piano europeo di rilancio economico. Il testo in questione è stato discusso e concordato con il partenariato istituzionale e con quello socio-economico.
In proposito, si precisa che, per rispettare i tempi di trasmissione previsti dal Regolamento, il testo è stato inviato prima dell'approvazione della Conferenza Stato-Regioni, con l'impegno ad apportarvi ulteriori modifiche in relazione agli elementi che emergeranno in tale contesto.


 (4.84 MB)PSN al 13 luglio 2009 (4.84 MB).

 (4.79 MB)PSN al 13 luglio 2009 con revisioni evidenziate (4.79 MB)

mercoledì 15 luglio 2009

Fisco: imprese agricole e norme fiscali su energie alternative

Energie-Alternative L'Agenzia delle Entrate ha pubblicato in questi giorni la Circolare n. 32/E, che fa il punto sugli aspetti fiscali inerenti ad imprenditori agricoli che producono energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche, nonché di carburanti e prodotti chimici derivanti da prodotti del fondo.

In particolare, il documento si occupa di definire il corretto trattamento tributario loro applicato, ricordando le novità introdotte dalla Finanziaria 2006 e successive disposizioni: ampliate le attività agricole connesse, includendo la generazione e cessione di energia elettrica e calorica da fonti "verdi".

Ricordiamo che per le attività agricole connesse deriva un reddito agrario e non d'impresa e quindi non viene calcolato su base analitica con un confronto puntuale tra ricavi e costi, ma su base catastale applicando tariffe d'estimo stabilite per ogni qualità e classe, ai sensi dell'articolo 34 del Tuir.

In merito all'energia prodotta tramite pannelli fotovoltaici, nella circolare si ricorda che deve esistere una correlazione tra la produzione di energia e la conduzione del fondo agricolo, poiché in questo caso l'Amministrazione finanziaria ritiene che la produzione di energia mediante pannelli fotovoltaici sia da ritenersi attività connessa atipica. Si sono pertanto resi necessari criteri alternativi che permettono di ricollegare tale attività a quella agricola.

I parametri vengono fissati in base al confronto tra la potenza nominale dell'impianto installato, e alcuni fattori relativi alla attività agricola svolta. Se l'energia prodotta non supera i 200 Kw, questa rientra nel reddito agrario dell'impresa agraria.

Finanziamenti alle PMI

002928 Al sistema delle Banche Credito Cooperativo italiano (BCC) è stata riconosciuta e attribuita la quota del 15% della prima tranche di 3 miliardi di euro del plafond messo a disposizione dalla Cassa Depositi finalizzato al finanziamento delle piccole e medie imprese.

Una disponibilità dunque di 450 milioni di euro, che sarà gestita da una rete di oltre 400 banche Credito Cooperativo e Casse Rurali - con 4.100 sportelli sul territorio nazionale - e dagli altri istituti del sistema, quali Iccrea Banca; Banca Agrileasing; Cassa Centrale Banca-Credito Cooperativo del Nord Est; Cassa Centrale Raiffeisen dell'Alto Adige.

In totale, il plafond a disposizione delle Pmi attraverso il sistema bancario italiano è di 8 miliardi di euro e verrà erogato in due fasi, di cui questa è la prima e potrà essere utilizzata entro il 28 febbraio 2010.

La seconda tranches di 5 miliardi - e quanto eventualmente non verrà utilizzato nella prima - potrà essere usato dopo quella data.

Soddisfatto il Credito Cooperativo, al quale viene così riconosciuto l'importante ruolo che riveste nel finanziamento a favore delle piccole e medie imprese.

APPUNTAMENTI BIOMASSE

Bioenergy 2009
Si terrà a Jyvaskyla (Finlandia) dal 31 agosto al 4 settembre 2009 la quarta conferenza internazionale sulle bioenergie. Per maggiori informazioni: http://www.bioenergy2009.finbioenergy.fi/default.asp

Cambiamenti climatici
Il 14-15 settembre a Stoccolma (Svezia) si terrà una conferenza sui cambiamenti climatici e sviluppo urbano sostenibile. Tutte le informazioni su http://www.se2009.eu/en/meetings_news/2009/9/14/highlevel_conference_european_cities_and_the_global_climate_challenge

The International Bioenergy Days
Si terrà a Trollhattan-Lidkoping (Svezia), dal 28 al 30 settembre, un evento internazionale dedicato alle bioenergie. L’iniziativa, che intende fornire informazioni sulle nuove tecnologie e soluzioni di investimento, è destinata agli amministratori e decisori  locali e operatori del settore. Per maggiori informazioni:
http://www.bioenergydays.com

Biomasse: Finalmente approvati gli incentivi per i piccoli impianti di produzione di energia elettrica da biomasse agricole

“Con l’approvazione degli incentivi per la produzione di energia elettrica da biomasse, ora la produzione diffusa di energia rinnovabile in agricoltura diventa una realtà. Grazie a questa norma daremo slancio alla ripresa economica e l’agricoltura contribuirà al raggiungimento degli obiettivi europei per il contrasto ai cambiamenti climatici”. Con queste parole il Ministro Luca Zaia ha commentato, durante un seminario, l’approvazione definitiva avvenuta nella seduta odierna del Senato della Repubblica del provvedimento relativo a “Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”,

al cui interno sono state inserite modifiche normative relative all’incentivazione della produzione di energia elettrica da biomasse. In particolare viene data immediata applicazione alla possibilità per gli impianti di potenza installata inferiore ad 1 MW di accedere ad una tariffa fissa omnicomprensiva pari a 0,28 euro per Kwh prodotto. Viene confermata la cumulabilità di tali incentivi con gli aiuti agli investimenti in conto capitale fino ad un’intensità massima del 40%. Il Ministro Zaia ha inoltre aggiunto che “ora potranno partire gli investimenti per decine di impianti di imprese agricole che erano in stallo e faremo di tutto per sostenerne il rapido avvio. Ora la nostra attenzione si concentra a completare il quadro delle regole del settore con la rapida definizione del decreto che – di concerto con il Ministero dello sviluppo economico – sblocca gli incentivi dei certificati verdi per gli impianti superiori a 1 MW.”

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È diventato legge il Ddl Sviluppo (n. 1195-B) approvato lo scorso primo luglio alla Camera. Con il disco verde concesso oggi dal Senato, passa il pacchetto di misure volte a migliorare i processi produttivi nelle imprese italiane e a semplificare quelli amministrativi. La nuova legge, collegata alla Manovra d'estate 2008, ha; avuto un iter parlamentare lungo e complesso, per quasi un anno di dibattito serrato.

Dall'Unione Europea 260 milioni di euro per l'agricoltura

Dalla Commissione europea è arrivato l’ok al regime di aiuti italiani (260 milioni di euro) per l'agricoltura. I fondi verranno concessi tramite l'Istituto di sviluppo agroalimentare (Isa) per investimenti al settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. L'Isa è una società pubblica le cui azioni sono interamente detenute dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Il nuovo regime di aiuti, valido fino al 2013, consentirà di promuovere gli investimenti delle piccole e medie imprese e delle imprese intermedie localizzate in tutto il territorio nazionale e delle grandi imprese delle aree sottoutilizzate del Paese, mediante l’acquisizione di una partecipazione di minoranza al capitale sociale e l’erogazione di un finanziamento a tasso agevolato, pari al 30% del tasso di riferimento. Le spese ammissibili all’agevolazione comprendono gli investimenti in attività materiali (acquisto di terreni/aree fabbricabili, realizzazione di opere murarie e assimilate, impianti, macchinari e attrezzature), gli investimenti in attività immateriali (attività derivanti da trasferimenti di tecnologia mediante l’acquisto di diritti di brevetto, licenze, know- how e conoscenze tecniche non brevettate), gli studi preliminari di fattibilità e le consulenze connesse agli investimenti. (Fonte: rv)