Il Parlamento europeo sollecita una strategia Ue integrata per la montagna che garantisca i servizi di interesse generale e valorizzi il ruolo multifunzionale dell'agricoltura.
Approvando con 487 voti favorevoli, 73 contrari e 54 astensioni la relazione di Michl Ebner (PPE/DE, IT), il Parlamento sottolinea anzitutto che le zone montane rappresentano il 40% del territorio europeo (oltre il 50% in alcuni Stati membri come l'Italia) e che in tali zone vive il 19% della popolazione europea. Si rammarica quindi del fatto che la Commissione «non sia ancora stata in grado di elaborare una strategia globale che sostenga efficacemente le zone montane», nonostante le numerose richieste del Parlamento in tal senso.
Nel sottolineare infatti la necessità di un buon coordinamento delle varie politiche comunitarie tese a garantire uno sviluppo armonioso delle zone che, come quelle montane, “soffrono di svantaggi naturali permanenti”, i deputati esortano la Commissione a elaborare, entro sei mesi, una strategia Ue integrata per lo sviluppo e lo sfruttamento sostenibile delle risorse delle zone montane, in base alla quale vengano elaborati programmi d'azione nazionali con concrete misure di attuazione. In tale contesto, ritengono che sia fondamentale un'approfondita conoscenza della situazione delle zone montane per essere in grado di elaborare misure mirate e diversificate. Rilevano quindi l'importanza della delimitazione delle zone montane e la necessità di una loro adeguata classificazione in base al grado di svantaggio naturale.
Il Parlamento insiste poi sull'importanza di garantire un livello elevato di servizi di interesse economico generale, migliorare l'accessibilità e l'interconnessione delle zone montane e fornire le infrastrutture necessarie, soprattutto nel trasporto di merci e di persone, l'istruzione, l'economia basata sulla conoscenza e le reti di comunicazione (compreso l'accesso alla banda larga). Sollecita quindi le autorità competenti a promuovere il partenariato pubblico-privato per tali fini.
Esprimendo preoccupazione sull’utilità di separare la politica comunitaria di coesione dallo sviluppo rurale nell’attuale periodo di programmazione 2007-2013, i deputati sottolineano il ruolo dell'agricoltura montana per la produzione, la conservazione e l'uso transettoriale del paesaggio nonché come base multifunzionale per altri settori economici e quale elemento caratteristico dei paesaggi culturali e delle strutture sociali tradizionali. Sollecitano quindi una politica agricola comune in grado di creare un contesto economico efficace per un'agricoltura “viva e multifunzionale”, per la quale «servono strumenti accoppiati alla funzione produttiva. Occorre inoltre adeguare le direttive quadro per lo sviluppo regionale e i programmi nazionali al ruolo di questi agricoltori, non solo in quanto semplici produttori ma come precursori economici di altri settori.
Il Parlamento ricorda poi che le zone montane soffrono di svantaggi che rendono l'agricoltura meno facilmente adattabile alle condizioni di concorrenza e generano costi aggiuntivi che non permettono a questo settore di produrre beni molto competitivi a prezzi contenuti. Pone quindi l'accento sul fatto che i pagamenti compensativi, in futuro, devono continuare a compensare tali svantaggi. Ma sottolinea che le esigenze delle zone montane “non possono essere soddisfatte solo dai finanziamenti per lo sviluppo rurale”. Chiede inoltre un maggiore sostegno ai giovani agricoltori e pari opportunità fra donne e uomini.
Il Parlamento chiede poi che nell'ambito della "strategia" si prevedano modelli di sfruttamento sostenibile per i pascoli, i prati e i boschi e se ne incentivi la protezione in base a criteri totalmente naturali e la valorizzazione, rigenerazione, protezione dall'erosione attraverso un uso razionale delle acque. Sottolinea peraltro che i premi per il terreno da pascolo «sono essenziali per il mantenimento delle attività agricole» e, pertanto, devono essere mantenuti. Occorre inoltre prestare particolare attenzione agli allevatori delle zone montane colpite dagli incendi boschivi, considerato che nei cinque anni successivi i pascoli di tali zone potranno essere sfruttati solo in modo limitato.
I deputati sottolineano anche l'importanza di una strategia forestale a lungo termine che metta a punto meccanismi per evitare le crisi, contrastarle e neutralizzarne le conseguenze (ad esempio a seguito di tempeste e incendi) nonché incentivi per lo sfruttamento integrato delle foreste. Rilevano inoltre le possibilità di trasformazione e rivalutazione sostenibile del legno e dei prodotti del legno delle zone montane (come prodotti di qualità con bassi costi di trasporto e quindi con emissioni ridotte di CO2, come materiali da costruzione, e biocarburanti di seconda generazione). Notano tuttavia che lo sviluppo di biocarburanti «non deve portare a una concorrenza tra produzione di foraggi (maggese, bosco ceduo ecc.) e pascolo».
Allo stesso tempo, il Parlamento chiede di promuovere l’attuazione immediata di misure di protezione contro le calamità naturali, in particolare gli incendi boschivi e le inondazioni. In proposito, suggerisce che agricoltori e silvicoltori sostengano le misure preventive antiinondazioni attraverso i pagamenti diretti per superficie che ricevono a titolo della PAC. Richiama poi l'attenzione sulla necessità di sfruttare le risorse idriche in modo sostenibile per l'irrigazione naturale, l'approvvigionamento di acqua potabile, e come fonte di energia e per il turismo termale. E invita la Commissione a incentivare le autorità locali e regionali a sviluppare una solidarietà tra la valle e il monte per quanto riguarda la gestione idrica, attraverso mezzi finanziari adeguati.
Per i deputati è anche necessario attuare misure volte a contrastare lo spopolamento e ad attirare nuovi abitanti nelle zone montane ma, al tempo stesso, occorre provvedere alla tutela del paesaggio tradizionale dalla pressione di urbanizzazione causata dal turismo. Sottolineano quindi l'interesse di introdurre la pianificazione regionale, la concessione di licenze edilizie di costruzione o ristrutturazione delle abitazioni attraverso prassi ispirate a criteri ambientali, paesaggistici o di pianificazione urbanistica. Chiedono infine di sostenere le zone montane nella gestione del traffico, la protezione dall'inquinamento acustico e la conservazione del paesaggio, mediante misure volte alla riduzione del traffico su strada (ad esempio, rafforzamento delle "zone sensibili" nella "direttiva relativa alla tassazione a carico di autoveicoli pesanti").
Fonte: Ue
Approvando con 487 voti favorevoli, 73 contrari e 54 astensioni la relazione di Michl Ebner (PPE/DE, IT), il Parlamento sottolinea anzitutto che le zone montane rappresentano il 40% del territorio europeo (oltre il 50% in alcuni Stati membri come l'Italia) e che in tali zone vive il 19% della popolazione europea. Si rammarica quindi del fatto che la Commissione «non sia ancora stata in grado di elaborare una strategia globale che sostenga efficacemente le zone montane», nonostante le numerose richieste del Parlamento in tal senso.
Nel sottolineare infatti la necessità di un buon coordinamento delle varie politiche comunitarie tese a garantire uno sviluppo armonioso delle zone che, come quelle montane, “soffrono di svantaggi naturali permanenti”, i deputati esortano la Commissione a elaborare, entro sei mesi, una strategia Ue integrata per lo sviluppo e lo sfruttamento sostenibile delle risorse delle zone montane, in base alla quale vengano elaborati programmi d'azione nazionali con concrete misure di attuazione. In tale contesto, ritengono che sia fondamentale un'approfondita conoscenza della situazione delle zone montane per essere in grado di elaborare misure mirate e diversificate. Rilevano quindi l'importanza della delimitazione delle zone montane e la necessità di una loro adeguata classificazione in base al grado di svantaggio naturale.
Il Parlamento insiste poi sull'importanza di garantire un livello elevato di servizi di interesse economico generale, migliorare l'accessibilità e l'interconnessione delle zone montane e fornire le infrastrutture necessarie, soprattutto nel trasporto di merci e di persone, l'istruzione, l'economia basata sulla conoscenza e le reti di comunicazione (compreso l'accesso alla banda larga). Sollecita quindi le autorità competenti a promuovere il partenariato pubblico-privato per tali fini.
Esprimendo preoccupazione sull’utilità di separare la politica comunitaria di coesione dallo sviluppo rurale nell’attuale periodo di programmazione 2007-2013, i deputati sottolineano il ruolo dell'agricoltura montana per la produzione, la conservazione e l'uso transettoriale del paesaggio nonché come base multifunzionale per altri settori economici e quale elemento caratteristico dei paesaggi culturali e delle strutture sociali tradizionali. Sollecitano quindi una politica agricola comune in grado di creare un contesto economico efficace per un'agricoltura “viva e multifunzionale”, per la quale «servono strumenti accoppiati alla funzione produttiva. Occorre inoltre adeguare le direttive quadro per lo sviluppo regionale e i programmi nazionali al ruolo di questi agricoltori, non solo in quanto semplici produttori ma come precursori economici di altri settori.
Il Parlamento ricorda poi che le zone montane soffrono di svantaggi che rendono l'agricoltura meno facilmente adattabile alle condizioni di concorrenza e generano costi aggiuntivi che non permettono a questo settore di produrre beni molto competitivi a prezzi contenuti. Pone quindi l'accento sul fatto che i pagamenti compensativi, in futuro, devono continuare a compensare tali svantaggi. Ma sottolinea che le esigenze delle zone montane “non possono essere soddisfatte solo dai finanziamenti per lo sviluppo rurale”. Chiede inoltre un maggiore sostegno ai giovani agricoltori e pari opportunità fra donne e uomini.
Il Parlamento chiede poi che nell'ambito della "strategia" si prevedano modelli di sfruttamento sostenibile per i pascoli, i prati e i boschi e se ne incentivi la protezione in base a criteri totalmente naturali e la valorizzazione, rigenerazione, protezione dall'erosione attraverso un uso razionale delle acque. Sottolinea peraltro che i premi per il terreno da pascolo «sono essenziali per il mantenimento delle attività agricole» e, pertanto, devono essere mantenuti. Occorre inoltre prestare particolare attenzione agli allevatori delle zone montane colpite dagli incendi boschivi, considerato che nei cinque anni successivi i pascoli di tali zone potranno essere sfruttati solo in modo limitato.
I deputati sottolineano anche l'importanza di una strategia forestale a lungo termine che metta a punto meccanismi per evitare le crisi, contrastarle e neutralizzarne le conseguenze (ad esempio a seguito di tempeste e incendi) nonché incentivi per lo sfruttamento integrato delle foreste. Rilevano inoltre le possibilità di trasformazione e rivalutazione sostenibile del legno e dei prodotti del legno delle zone montane (come prodotti di qualità con bassi costi di trasporto e quindi con emissioni ridotte di CO2, come materiali da costruzione, e biocarburanti di seconda generazione). Notano tuttavia che lo sviluppo di biocarburanti «non deve portare a una concorrenza tra produzione di foraggi (maggese, bosco ceduo ecc.) e pascolo».
Allo stesso tempo, il Parlamento chiede di promuovere l’attuazione immediata di misure di protezione contro le calamità naturali, in particolare gli incendi boschivi e le inondazioni. In proposito, suggerisce che agricoltori e silvicoltori sostengano le misure preventive antiinondazioni attraverso i pagamenti diretti per superficie che ricevono a titolo della PAC. Richiama poi l'attenzione sulla necessità di sfruttare le risorse idriche in modo sostenibile per l'irrigazione naturale, l'approvvigionamento di acqua potabile, e come fonte di energia e per il turismo termale. E invita la Commissione a incentivare le autorità locali e regionali a sviluppare una solidarietà tra la valle e il monte per quanto riguarda la gestione idrica, attraverso mezzi finanziari adeguati.
Per i deputati è anche necessario attuare misure volte a contrastare lo spopolamento e ad attirare nuovi abitanti nelle zone montane ma, al tempo stesso, occorre provvedere alla tutela del paesaggio tradizionale dalla pressione di urbanizzazione causata dal turismo. Sottolineano quindi l'interesse di introdurre la pianificazione regionale, la concessione di licenze edilizie di costruzione o ristrutturazione delle abitazioni attraverso prassi ispirate a criteri ambientali, paesaggistici o di pianificazione urbanistica. Chiedono infine di sostenere le zone montane nella gestione del traffico, la protezione dall'inquinamento acustico e la conservazione del paesaggio, mediante misure volte alla riduzione del traffico su strada (ad esempio, rafforzamento delle "zone sensibili" nella "direttiva relativa alla tassazione a carico di autoveicoli pesanti").
Fonte: Ue